Federazione delle materne confermato Baldessari

Ieri a Ravina l’assemblea nella quale si è anche parlato del possibile taglio del finanziamento provinciale. L’insegnamento delle lingue è a rischio


di Maddalena Di Tolla


TRENTO. Era affollata ieri, nonostante la copiosa nevicata, l'Assemblea annuale (elettiva in questo caso) della Federazione provinciale delle Scuole materne di Trento. L'incontro si è svolto presso la sede delle Cantine Ferrari. Erano presenti i rappresentanti di ben 118 scuole su 135, «a dimostrazione – dicono soddisfatti i dirigenti della Federazione – del lavoro di partecipazione che portiamo avanti». I lavori si sono aperti con una lunga relazione del presidente Giuliano Baldessari (riconfermato in carica nell'elezione) dal titolo «Rilegare in tempi di incertezza. La Federazione e le scuole associate come riferimento educativo per la comunità». Il panorama della Federazione che esce dalla relazione del presidente è «più sereno, stabile e definito nei suoi orizzonti istituzionali e organizzativi». Poi però Baldessari ha naturalmente parlato dell’attuale congiuntura «che presenta forti segnali di incertezza, precarietà e instabilità. Segnali preoccupanti di frammentazione dei servizi cui la Federazione intende rispondere con un forte investimento nel promuovere una pedagogia impegnata nella ricerca e nella formazione». E' stata sottolineata dal presidente, ed anche dagli interventi dalla sala dei soci degli Enti gestori, l'importanza del volontariato, che aiuta anche a coprire la parte di servizi e attività, che non si pagano con il pur sostanzioso contributo pubblico provinciale (4 milioni e 300.000 euro all'anno). Baldessari ha quindi illustrato i progetti svolti e in previsione su ricerca, sperimentazione, formazione, documentazione, e l'innovazione dei sistemi gestionali, con attenzione a tutto l’impianto formativo che coinvolge proprio la componente volontaria, il personale in servizio nelle scuole e tutto il personale della Federazione. E' stato toccato anche il tema delle lingue straniere. Stante la crisi, le ore sono state ridotte, riducendo anche i contratti delle insegnanti esterne. Qualcuno ha anche ipotizzato di usare i soldi del premio di produzione degli insegnanti, per pagare quelli di lingue e farli lavorare. Immediata la reazione contraria, a bordo sala, della sindacalista della Cisl Stefania Galli e un sorriso di disaccordo dell’assessore Marta Dalmaso, presente sul palco dei relatori. In ogni caso, alcuni rappresentanti di Enti gestori, hanno ricordato che la condizione economica degli insegnanti in Trentino è comunque migliore che nel resto d'Italia. Rimane, ha ricordato ai margini dei lavori la sindacalista Galli, la precarietà di centinaia di insegnanti, che vengono assunti ogni anno a tempo determinato, spesso a singhiozzo, comunque sempre perdendo la paga in estate. L'assessore Dalmaso, dal canto suo, ha parlato chiaro: «Non è più tempo di piccoli ritocchi, ma di elaborare un processo organico di ripensamento, senza scardinare un’idea di scuola consolidata e continuando a garantire un servizio di qualità. Serve una visione dove gli obiettivi siano comuni». Intanto, ricorda ancora la sindacalista, si ipotizza un taglio del 5% del finanziamento provinciale sul piano di assegnazione per l'anno scolastico 2013-2014. Nel biennio passato è stato già pesante (il 50%) il taglio del finanziamento dalla Pat sulla voce “arredi e attrezzature”, ricordano dalla Federazione.

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