FEDERALISMO FISCALE

Federalismo, Zaia chiama il Trentino: "Il Nordest dev'essere unito"

Appello del governatore veneto alle regioni confinanti: "Non facciamo guerre tra poveri, il Sud è sempre stato unito nel difendere i suoi interessi"


Robert Tosin


TRENTO. Il Veneto vuole il Nordest compatto come una falange macedone per marciare su Roma ed ottenere il federalismo fiscale. E così Luca Zaia, neogovernatore leghista della regione, lancia un appello a Trentino Alto Adige e Friuli per schierarsi al suo fianco in questa battaglia. Calderoli non solo ha benedetto l’uscita del nuovo governatore, ma ha suggerito di ampliare il fronte a tutto il nord Italia. Dal Friuli è arrivato un assenso di massima, Alto Adige e Trentino si dichiarano disposti a collaborare.
 Quale sia l’obiettivo di Luca Zaia è evidente e lo si può leggeresulle pagine del Trentino proprio in un intervento del nuovo governatore Veneto. Lì, chiede di fare squadra, unire le forze per avere più impatto su Roma e imporre quel federalismo fiscale che potrebbe liberare energie e risorse sul territorio reggendo alla concorrenza oltre confine. Nei giorni scorsi aveva invitato il nord alla massima unità ed ha lanciato un messaggio chiaro a Trentino Alto Adige e Friuli: tutti insieme in un’armata macedone. L’esercito che ha fatto grande Alessandro Magno prevedeva una disposizione in battaglia molto particolare: i soldati si compattavano e con il proprio scudo difendevano metà se stessi e metà il commilitone al fianco. Ciò permetteva di affondare l’attacco e tenere nello stesso tempo serrate le fila. «Quando il sud voleva difendere i propri interessi - ha detto Zaia - ha agito unito. Noi quassù invece parliamo delle piccole secessioni interne. Non esiste». L’obiettivo di Zaia è quello di arrivare là dove è arrivato il Trentino in modo anche da interrompere la voglia dei piccoli comuni di confine di vedersi superati dai “ricchi” vicini. «Questa rischia di diventare una guerra tra poveri. Partiamo per condividere equamentele opportunità e finiamo per spartirci equamente i malesseri». E’ certo che Zaia capisce come il Trentino sia ormai andato troppo avanti, e per questo fa più conto sul Friuli che ancora sta cercando di far quadrare il cerchio della propria autonomia speciale: «Friulani e giuliani per noi sono fratelli». Ma dal Trentino e dall’Alto Adige si aspetta comunque una mano. Lui la vede come una compattezza solidaristica del nordest, ma così non potrà essere. Sarà piuttosto un confronto fra regioni, una collaborazione per portare anche altri a raggiungere quanto il Trentino e l’Alto Adige hanno già raggiunto con l’accordo di Milano. Non a caso Durnwalder offre la sua collaborazione a Zaia, ma ricorda anche che l’Alto Adige ha già siglato un accordo con il governo. Diverso è il discorso con il Friuli che potrebbe ottenere benefici comuni alleandosi al Veneto, anche con l’obiettivo di contrastare la concorrenza slovena e austriaca soprattutto sul fronte della tassazione.
 «In linea generale - dice Alberto Pacher, vicepresidente della giunta provinciale - tanto più le regioni diventano autonome dal punto di vista finanziario e meglio è. Quando montava la polemica contro le province autonome, non si capiva che l’obiettivo era quello sbagliato: non si deve puntare a togliere l’autonomia a chi ce l’ha, ma di portare le altre regioni allo stesso livello. Se l’idea è quella di schierarsi contro Roma, direi proprio che non ci stiamo. Non dobbiamo assumere un atteggiamento di rivendicazione. Quello che ha fatto il Trentino è una testimonianza che certi traguardi si possono raggiungere con il confronto e con il dialogo. E su questo fronte la collaborazione con il Veneto sarà sempre possibile, senza dover formare falangi macedoni».













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