Fatture false, nei guai un’impresa edile trentina

Coinvolta in una maxi-inchiesta coordinata dalla Procura di Bolzano. Avrebbe accumulato milioni di euro di crediti Iva fingendo di sostenere spese inesistenti



TRENTO. Ottantaquattro milioni di euro di fatture per operazioni inesistenti per una maxi truffa all’erario che è finita sulle spalle di centinaia di lavoratori, impiegati in ditte edili senza scrupoli i cui responsabili sono ora finiti sul registro degli indagati. Sono i termini essenziali di una maxi inchiesta condotta per due anni dalla Procura della Repubblica di Bolzano in stretta collaborazione con la Guardia di Finanza.

Da un normale controllo di natura fiscale ad una impresa edile bolzanina è stata scoperta una maxi frode che ha coinvolto una decina di altri imprese che sembrano fare capo, per questa sorta di accordo truffaldino, ad un ragioniere e super consulente di Bergamo (Giovanni Barzago) tra i principali indagati dell’inchiesta. Complessivamente l’inchiesta ha toccato una cinquantina di persone. Tra queste una trentina sono finite sul registro degli indagati con ipotesi truffaldine. Proprio in questi giorni il procuratore aggiunto Markus Mayr ha disposto la trasmissione di alcune parti del maxi fascicolo ad altre Procure competenti per territorio. Tra le imprese coinvolte , una ha sede a Trento, diverse hanno sede in Lombardia, in particolare nel Bresciano e nel Bergamasco.

A Trento è coinvolta l’impresa «Monti Costruzioni srl» che avrebbe utilizzato fatture per operazioni inesistenti per un totale di un milione e mezzo di euro nell’arco di tre anni (tra il 2007 ed il 2010). Il rappresentante legale, Biagio Santangelo, è nell’elenco degli indagati. La ditta trentina è accusata, al pari di altre imprese, di aver utilizzato le fatturazioni fasulle al fine di caricare costi fittizzi, eludere il pagamento delle imposte e maturare falsi crediti Iva. Questo, per lo meno è quanto hanno fatto tutte le ditte che hanno utilizzato le fatture di comodo in questione. Le imprese accusate di averle emesse sono complessivamente cinque. Si tratta della «Casa più generali contratti srl» (che nel 2006 avrebbe emesso false fatture per 35 milioni di euro), la «Erre costruzioni srl» (12 milioni), «Alissa srl» (8 milioni) e «Absomedia srl» (29 milioni). L’indagine ha poi portato ad accertare che gran parte delle imprese, che hanno utilizzato le false fatture, hanno scaricato parte del peso della truffa sui propri lavoratori e dipendenti.

Vantando consistenti crediti Iva (in realtà inesistenti) molte ditte hanno operato la compensazione omettendo il versamento dei contributi Inps. Nonostante somme per centinaia di migliaia di euro, gli uffici competenti non avrebbe mai ritenuto opportuno effettuare controlli. «Sarebbe bastata qualche semplice verifica incrociata - ha spiegato il procuratore - per scoprire che le ditte che vantavano crediti Iva per milioni di euro in realtà non avevano neppure mai presentato le dichiarazioni fiscali».

La Guardia di Finanza, però, ha scoperto tutto e ha tirato le fila della grande inchiesta. Adesso saranno i giudici a dover stabilire se siamo di fronti a veri propri reati o solo a un marchingegno ideato per eludere il fisco, ma che non ha valenza penale. Quello che è sicuro è che il fisco ha perso molti milioni a causa di questo meccanismo. In questo periodo, però, le indagini in materia di evasione fiscale si stanno intensificando, soprattutto in questo periodo in cui l’opinione pubblica vede l’evasione come un forte disvalore e un danno per tutti.

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