Farmacie chiuse di notte, i piccoli Comuni si dividono 

Il caso. La novità per i piccoli paesi limitrofi alle città. Grisenti (Piné): «Togliendo servizi  aumenterà lo spopolamento». Benedetti (Ronzo Chienis): «Poco usate, possiamo farne a meno»


Fabio Peterlongo


Trento. «Con la chiusura notturna delle farmacie, i piccoli Comuni rischiano di spopolarsi, perché diventano sempre più sprovvisti di servizi di base», dichiara il sindaco di Baselga di Piné Ugo Grisenti. Diversa l’opinione della sindaca di Ronzo-Chienis Piera Benedetti: «La chiamata notturna è un servizio usato due o tre volte l'anno, possiamo farne a meno senza troppi disagi». I piccoli Comuni si dividono sulla delibera provinciale che prevede l'eliminazione della chiamata notturna nelle farmacie rurali poste a meno di 15 minuti di auto dalla farmacia di turno dei comuni di Trento, Rovereto, Pergine e Riva del Garda. La turnazione notturna nelle farmacie rurali è diversa da quella delle farmacie cittadine: non è infatti previsto che il farmacista sia fisicamente presente nella farmacia, ma ha quindici o venti minuti di tempo per lasciare la sua abitazione e rispondere alla chiamata. Un tempo ristretto che spesso non è rispettato, con la conseguenza che il cittadino si sposta nel comune più vicino. Il legislatore provinciale ha deciso di riprendere lo stesso parametro (15 minuti di automobile fino alla farmacia più vicina) per formalizzare l'abolizione del servizio. Il sindaco di Baselga di Piné esprime forti perplessità a riguardo: «La farmacia è un servizio essenziale nei comuni periferici e l'eliminazione dei turni notturni non fa altro che rendere più complicata la vita agli abitanti» riflette Grisenti. La norma apparirebbe poco elastica: «Noi siamo distanti 12 km da Pergine, mentre Bedollo è appena più distante eppure resterebbe "fuori" dall'applicazione della delibera. Serve un approccio più sensibile alle esigenze dei territori». Il timore di Grisenti è che la misura concorra allo spopolamento dei piccoli comuni: «Non c'è più la biblioteca, non c'è la guardia medica e ora anche la farmacia notturna. Perché un giovane o una famiglia dovrebbero vivere qui?». La sindaca di Ronzo-Chienis Piera Benedetti si mostra invece favorevole: «Il farmacista comunale ha segnalato che il servizio notturno viene usato due o tre volte l'anno. La sua eliminazione non comporterà gravi disagi». I cittadini di Ronzo-Chienis sono infatti abituati a recarsi a Mori o Rovereto per le richieste sanitarie, spiega Benedetti: «Non prevedo grandi cambiamenti, anche perché la giunta provinciale si è impegnata a reintrodurre la guardia medica nei piccoli comuni». Nessun allarme spopolamento per la sindaca: «Abbiamo la sala lettura a poca distanza, così come la farmacia e tutti i servizi essenziali».













Scuola & Ricerca

In primo piano