Facoltà di medicina, ottobre resta il traguardo 

L’Università ai tempi del virus. Il rettore Collini conferma che l’accreditamento ci sarà. L’assessore Bisesti: «Il via all’anno accademico con quei corsi avrà grande significato simbolico» 


Gianpaolo Tessari


Trento. Se c’è un tema sparito dai radar delle cronache è, paradossalmente, quello della facoltà di medicina che dovrebbe partire a Trento ad ottobre. Paradossalmente perché la questione ha tenuto banco per mesi ma, soprattutto, perché ora in piena emergenza sanitaria si intuisce bene quale valore aggiunto avrebbe potuto avere una simile presenza sul nostro territorio: «E’ vero che ora non se ne parla più sui giornali ma noi il tema della scuola di medicina lo abbiamo continuato trattare. E posso dire che l’accreditamento al ministero a Roma verrà fatto» commenta il rettore Paolo Collini. Che argomenta: «Con tutto quello che sta accadendo nel Paese anche al ministero ci si è trovati con molti problemi da affrontare e, dunque, ci si è accordati per un leggero slittamento in avanti nei termini per concludere la procedura di accreditamento. Quindi da questo punto di vista non ci saranno problemi per il via all’anno accademico in autunno. Piuttosto - argomenta il rettore - mi chiedo, e ad oggi nessuno lo sa, se ci saranno le condizioni per partire, non tanto a livello nostro organizzativo, ma di situazione generale in Italia. Per quanto riguarda la gestione delle fasi successive a questa. Si parla di una fase 1, quella attuale, che durerà sino a metà maggio. Poi ci sarà la fase 2. Siamo sicuri che per settembre-ottobre si sarà recuperata la piena operatività, anche delle Università?» si chiede Collini che peraltro conferma come le tesi di laurea on line che si sono svolte in questi giorni siano state un successo dal punto di vista organizzativo, con il solo neo dei mancati festeggiamenti da parte di parenti e amici dei neo dottori.

Se il rettore prosegue nella tabella di avvicinamento prefissata per avviare la nuova facoltà, anche in Provincia si professa ottimismo.

Ecco l’assessore all’Università Mirko Bisesti: «É vero l’autunno è data vicina, ma non vicinissima ed io spero, anzi è un forte auspicio, che per quella scadenza il sistema Paese sia tornato a pieno regime. Da noi in Provincia si continua a lavorare e se ci sono dei rallentamenti sono legati all’approntamento della sede (Palazzo Consolati) che dovrà fisicamente ospitare la nuova scuola di medicina. Cantieri e lavori in genere ora sono fermi, come quasi tutto, ma non dovremo avere problemi a portarli a termine per quella scadenza. Non solo: per noi era già un fatto di estrema importanza, dopo decenni in cui se ne parlava senza riuscire a concretizzarlo, dare il via ad un progetto atteso e con ricadute tanto importanti per il nostro territorio».

«Questo - osserva Bisesti - diventa ancora più vero alla luce di questa emergenza sanitaria globale. Quando mesi abbiamo deciso di partire nessuno in giunta, ovviamente, poteva prefigurarsi uno scenario di questa portata e gravità, ma ora il progetto diventa ancora più centrale nello sviluppo futuro del nostro territorio».

In autunno, per il via libero all’anno accademico 2020/21 è in agenda dunque corso interateneo UniTrento/UniVerona approvato dai rispettivi organi di Ateneo – le tre università e la Provincia di Trento a fine gennaio hanno concordato di attivare un tavolo di lavoro per definire ruoli, modalità e tempi per il coinvolgimento di UniPadova nel rispetto delle reciproche competenze, a partire dall’anno accademico successivo (2021-2022).

I costi a regime, stimati in linea di massima dall'Ateneo, sono di circa 5 milioni all'anno.E in fase di accordo era stata affrontata anche la possibilità di avviare al più presto tirocini nelle strutture sanitarie provinciali per studenti iscritti al quinto e al sesto anno dei corsi di laurea di Verona e Padova. Aspetti che in questa situazione ottengono ancora più valore di quanto ipotizzato a gennaio.













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