la nostra iniziativa

«Facciamo le pulizie della città insieme»

Il sindaco Andreatta punta ad un patto con i volontari per un ambiente più vivibile, il “Trentino” racconterà le loro storie


di Sandra Mattei


TRENTO. Gli alpini hanno adottato vicolo Benassutti. Un gruppo di giovani vuole qualificare lo skatepark di Maso Smalz. Le scuole s’impegnano a pulire spazi verdi e pareti. Sono alcuni esempi del progetto Beni comuni che ha preso forma negli ultimi anni in diverse città, tra le quali Trento, una delle prime cento ad adottarlo. La filosofia alla base dei beni comuni è che i cittadini si sentano parte integrante del miglioramento della città in cui vivono e che si facciano promotori di alcune iniziative, condivise da attori pubblici e privati. Il sindaco Alessandro Andreatta crede in questa filosofia, a tal punto da aver ideato un assessorato ad hoc sulla partecipazione, guidato da Chiara Maule. Ma a crederci è anche il nostro giornale che, con il Comune, ha siglato una collaborazione per dare visibilità a tutti quei cittadini che già adesso, in silenzio e lontano dai riflettori, si prendono cura di un pezzetto di città. Il Trentino, in collaborazione con il Comune, racconterà quindi queste storie mettendo a disposizione le proprie pagine (lo spieghiamo meglio nel pezzo in alto) come “vetrina” in favore di chi si impegna per i beni comuni.

Sindaco, quanto investe il Comune sul progetto beni comuni?

La sensibilità su questo tema è cresciuta e, tra il 2009 e il 2015, si è concretizzata con l’approvazione del regolamento nel marzo del 2015. La riflessione si è sviluppata, inoltre, grazie a precedenti come l’Argentario Day o la giornata del volontariato di Povo. Ci sono due categorie di cittadini: quelli che vogliono essere protagonisti per fare più vivibile e bella la città. C’è invece chi non partecipa alla vita pubblica, come chi non vota e non si interessa all’ambiente in cui vive. Il nostro obiettivo è investire sul primo gruppo, per dare una risposta a chi mette a disposizione il proprio tempo per la comunità, con la speranza che questi cittadini diventino un modello da seguire.

Quale il ruolo dell’ente pubblico in questo progetto?

A differenza di un tempo, in cui l’ente pubblico si assumeva tutti gli interventi richiesti, si è fatta strada l’amministrazione condivisa. Con le risorse che calano, pensiamo che i cittadini debbano partecipare alla cura dei beni comuni. Sulla piattaforma Futuratrento, sono arrivate molte richieste da parte dei cittadini, sia di quelli che hanno un’idea, sia di chi mette a disposizione del tempo. L’assessorato di Chiara Maule si occupa proprio di raccogliere le idee, incontrare i cittadini e siglare il patto per stabilire obiettivi, tempi e impegno del cittadino.

Come intendete rendere visibili i tanti interventi?

Il volontariato c’è sempre stato, ma con il regolamento diventa meno spontaneistico. Così il progetto dura nel tempo. La continuità è importante perché l’aiuola, la strada, il muretto, siano adottati dai cittadini. L’importante è che ci sia un riconoscimento ai cittadini impegnati: pensiamo di programmare a fine estate una giornata per dare un attestato ai cittadini attivi.













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