il caso 

Fa cadere il passeggino, cane sotto sequestro

Il meticcio di 11 anni è stato sottratto al padrone che se l’era lasciato sfuggire Aveva sbranato una cagnolina e causato il ferimento di due bimbe


di Luca Marognoli


TRENTO. È finito sotto sequestro ed è stato affidato in custodia al canile di Trento un cane meticcio di 11 anni che, dopo essere sfuggito al controllo del padrone, aveva azzannato e ucciso una cagnetta maltese tenuta al guinzaglio dai padroni, fatto cadere dal passeggino la loro nipotina di pochi mesi, feritasi al capo, e terrorizzato la sorellina di lei, di 4 anni.

Un’esperienza terribile per la famiglia milanese in vacanza estiva in un centro della valle del Chiese, che ne è stata involontaria protagonista il 16 luglio scorso. Il cane aggressore, di taglia medio-grande, nato probabilmente da un incrocio con un pastore tedesco, è sbucato improvvisamente dal recinto in cui era chiuso, approfittando - sembra - del fatto che il padrone era entrato lasciando aperta la porta; subito si è gettato contro la cagnolina ferendola a morte e allontanandosi tenendo la sua preda in bocca; nell’impeto dell’aggressione, ha anche fatto cadere il passeggino dove stava seduta la nipotina della coppia padrona della maltese, che ha riportato un trauma cranico lieve, giudicato guaribile in 3 giorni, e causato uno shock alla sorella, per 5 giorni di prognosi.

A causa di tutto ciò, e considerando i “precedenti” dell’animale, che pare avesse aggredito e ucciso altri due cani, il giudice di pace ne ha disposto il sequestro preventivo, nominando custode il canile di Trento. Ha cioè accolto la richiesta del pm Carmine Russo, che aveva indagato il padrone per lesioni colpose.

Quest’ultimo però l’ha presa male: il cane, cui è affezionato, lo rivuole indietro, così si è rivolto all’avvocato Andrea Antolini, che ha impugnato davanti al tribunale del riesame il provvedimento di sequestro. Il legale, nella sua memoria, ha fatto leva sul fatto che l’animale, al momento del sequestro - compiuto a fine settembre, quindi più di due mesi dopo il fatto - sarebbe stato nel pieno di un percorso formativo e terapeutico che lo aveva portato a dimostrare un “sensibile miglioramento”. Inoltre il padrone aveva adempiuto a tutte le prescrizioni dell’Azienda sanitaria, riparando la recinzione del box per impedire nuove fughe del quadrupede, impegnandosi a mettergli la museruola quando lo portava a spasso e stipulando una assicurazione per responsabilità civile contro terzi.

Argomentazioni che non hanno convinto il tribunale del riesame: in mancanza di una persona terza che si prenda carico della rieducazione del cane, garantendo per la sua custodia, il ricorso è stato rigettato.

Ora l’unica via percorribile per il padrone è il ricorso in Cassazione, strada che tuttavia non intende intraprendere. Un modo per riavere il cane, però, c’è: attendere che le vittime del danno siano risarcite e ritirino la querela.(l.m.)













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