Ex questura, degrado e abbandono. E l’Einaudi se ne va

Edificio libero da oltre 5 anni. Piazza Mostra, riqualificazione mai partita. Il libraio: «Qui non c’è nessuna prospettiva»


di Chiara Bert


TRENTO. Se c’è un palazzo che rappresenta il simbolo dell’abbandono e del degrado in città è l’ex questura di piazza Mostra. Sono passati 5 anni e mezzo da quando la polizia si è trasferita nella nuova sede di viale Verona, e da allora l’edificio è rimasto vuoto, in teoria sigillato, nei fatti trasformato in un rifugio per disperati e senzatetto che è più volte balzato all’onore della cronaca per gli incendi divampati all’interno da chi s’ingegna per riscaldarsi.

Sarebbe dovuto diventare la sede del Museo archeologico, andando a realizzare un polo storico-umanistico che aveva nel vicino Castello del Buonconsiglio il suo naturale completamento. Questo aveva annunciato nel 2004 l’allora assessore provinciale alla cultura Margherita Cogo, e questo prevedeva il progetto degli architetti Baldracchi e Campolongo che nel 2007 ottenne il via libera della Soprintendenza ai beni culturali. Un investimento da 11 milioni di euro che 5 anni dopo non ha un finanziamento. «L’ex questura può fare spazio a uffici della Sovrintendenza e a sale espositive, il problema oggi è trovare la copertura finanziaria del progetto, assai costoso», è stata la risposta dell’assessore Franco Panizza, lo scorso gennaio, a un’interrogazione del consigliere Panetta.

Non ci sono soldi, e così l’ex questura giace ancora vuota e inutilizzata, immagine decadente di una piazza che di piazza ha poco visto che è da sempre un grande parcheggio. Anche in questo caso il progetto di riqualificazione è annunciato da anni: interramento di via dei Ventuno così da ricollegare il Buonconsiglio alla piazza, via le auto, al loro posto tavolini all’aperto, spazi per mercatini, negozi legati alla cultura e all’artigianato. Un sogno che resta saldamente chiuso nei cassetti perché anche in questo caso non ci sono soldi e soprattutto perché il cantiere per interrare la strada implicherebbe chiuderla per almeno 3 anni, trasferendo altrove il traffico, non solo migliaia di auto ma anche 1500 autobus al giorno. C’è chi - come il direttore del Buonconsiglio Franco Marzatico - ad oggi si accontenterebbe anche di qualcosa in meno, per esempio un tunnel di collegamento tra il castello e l’ex questura, in modo da poter sfruttare nuovi spazi. Anche se, confessa il direttore, «quale città medio-piccola può liberare uno spazio così davanti al suo monumento simbolo? Sarebbe un’occasione unica».

Ad oggi fermo l’interramento, fermo il recupero della piazza. Tanto che chi lavora qui da anni, come il titolare della libreria Einaudi, ha deciso di lasciare e di traslocare altrove. «Sono arrivato qui nel 2000 pensando che qualcosa potesse cambiare - ammette Mauro Campadelli - oggi vado via. Per questa piazza non c’è nessuna prospettiva, rimarrà così per decenni, sporca, degradata e pericolosa». In piazza sono rimasti la libreria, la pizzeria e il gommista. «Una piazza pubblica che è stata riempita di macchine, e resa ancora più pericolosa di prima perché il parcheggio ora è stanziale - accusa Campadelli - più volte abbiamo chiesto di sistemare la pavimentazione, di mettere un ufficio informazione, abbiamo sperato che la riqualificazione promessa cominciasse. Oggi quando tira vento si rischia che le imposte dell’ex questura cadano giù». Una speranza che la rotta si inverta è riposta nell’apertura del Caffè della pace nei locali dell’Itea in passaggio Teatro Osele, un progetto del Forum per la pace che punta a farne un luogo di incontro con dibattiti, film, musica e libri. I lavori sono cominciati, piazza Mostra attende.

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