pergine

Ex Artigianelli, è iniziato il saccheggio

All’immobile di Susà rotti i vetri e spariti grondaie, tegole e cavi elettrici. E la stessa fine sta facendo pure l’ex Villa Rosa


di Roberto Gerola


PERGINE. Stanno depredando l’immobile degli ex Artigianelli a Susà. Passato alla Provincia recentemente, è abbandonato a se stesso. Del resto è la stessa cosa avvenuta per l’immobile ex Alpefrutta a San Cristoforo, almeno fintanto che una parte non è stata assegnata al Nucleo volontari alpini della Valsugana (protezione civile) e così anche per l’ex Villa Rosa ora abbandonato sulla bellissima collina chiamata “Zucar”.

Saccheggi e degrado all'ex Artigianelli

La situazione di abbandono dell'immobile di Susà di Pergine. Leggi l'articolo

Per gli Artigianelli, una fine ingloriosa, dopo un passato prestigioso che per la verità non è durato a lungo. Inaugurata mezzo secolo fa, era il maggio del 1965, la Casa apostolica Ludovico Pavoni (sarebbe poi diventato beato), dopo pochi anni aveva accusato la mancanza di materia prima per la sua funzione apostolica. Fortunatamente, per i padri Pavoniani, a Pergine, non c’erano adeguati edifici scolastici e quindi si utilizzò appunto l’immobile a Susà con molti ragazzini a trascorrervi il periodo scolastico anche come “interni”. Fu chiaramente un edificio indispensabile fintanto che non vennero costruite le nuove scuole in città. Sempre per carenza di spazi (a Pergine, ma non solo) le stanze vennero utilizzate per scuole materne, per gli ospiti della casa di riposo, per i malati psichiatrici. Sul finire degli anni 90, iniziò la sua fine era ormai alle porte.

E per il complesso iniziava un iter lunghissimo sul problema di un suo riutilizzo: anziani e Itea prima, scuole poi, centro professionale e per ultimo centro linguistico. Con l’operazione vendita (o permuta) che iniziava una decina d’anni fa.

Adesso è una in mano alla Provincia e ai predatori. Hanno smontato tutte le grondaie dopo aver tolto la prima fila di tegole; così, oltre tutto, la pioggia entra liberamente. L’interno può essere sbirciato dalle finestre con i vetri rotti (tutte o quasi) e la devastazione è generale. Sono stati tolti i cavi elettrici, le pompe del riscaldamento, infissi nei bagni, materiali elettrici. Un disastro, come era avvenuto, appunto nel capannone dell’ex Alpefrutta.

In questi giorni si sta procedendo al disboscamento di piante “martellate” già da tempo. Tutta la zona intorno viene ripulita.

La permuta studiata a Trento vede passare alla Provincia tutto il complesso con il piazzale a valle; la parte alta, a monte della strada che porta al Mas del Pic è invece rimasta proprietà dei Pavoniani con la Casa San Giuseppe e la casa dei Masadori.

Mentre l’edificio va in rovina, si riprende a parlare del suo futuro. L’argomento è emerso in qualche riunione pubblica, ma i tempi rispetto a una decina di anni fa, sono economicamente cambiati. Nel senso che, per utilizzare gli Artigianelli occorrerebbe un bel numero di milioni di euro che non ci sono.

E proprio dagli Artigianelli, è ben visibile pur in lontananza e sull’altro lato della piana perginese, il complesso di Villa Rosa. A differenza del complesso dei Pavoniani, Villa Rosa (o meglio Villa Giulia) rappresenta una preziosa testimonianza di architettura si potrebbe definire “perginese”. Anche, tutto è in preda ai ladri: cavi di rame rubati, locali elettrici devastati, facilità estrema ad entrare.













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