Evasione, trovato un tesoro: già recuperati 63 milioni

Nei primi tre mesi del 2012 la Guardia di Finanza ha scovato un "tesoro". Una grande azienda è stata accusata di aver occultato 32 milioni



TRENTO E’ cambiato il vento. Al di là dei blitz nelle località turistiche, la Guardia di Finanza ha adottato una nuova strategia nel combattere l’evasione fiscale. Lo dimostrano i dati del primo trimestre del 2012. L’imponibile recuperato è più del doppio rispetto a quello dello stesso periodo del 2011, 63 milioni di euro contro 29. Segno che la nuova strada imboccata dalle Fiamme gialle, come spiega nell’intervista sotto il comandante del Trentino Alto Adige il generale Francesco Attardi, sta dando i suoi frutti. La Finanza, nei primi tre mesi di quest’anno, ha effettuato 448 verifiche. Un numero nettamente inferiore a quello relativo allo stesso periodo del 2011, quando le verifiche furono 592. E’ stato diminuito il numero delle verifiche, con un calo del 27 per cento, ma i risultati sono nettamente migliori. Questo perché gli accertamenti sono mirati. Lo dimostra il fatto che dei 63 milioni recuperati a tassazione più della metà, ovvero 32,5 milioni, provengono da una sola verifica presso un’azienda che produce trasmissioni nel basso Trentino.

Nel corso della verifica, la Guardia di Finanza ha contestato all’azienda di aver dedotto dal reddito degli esercizi 2007, 2008, 2009 e 2010 costi per un totale di 32,5 milioni, appunto, che in realtà non sarebbero stati deducibili. In questo solo caso, l’evasione contestata sarebbe vicina ai 15 milioni di euro. La stessa strategia ha dato buoni frutti anche nel recupero dell’Iva non pagata. Sono state individuate violazioni per oltre 5 milioni di euro, a fronte dei circa 3 milioni di euro contestati nello stesso periodo del 2011. Quest’anno sono state denunciate all’autorità giudiziaria 18 persone per reati di natura fiscale. Questo mostra come la lotta all’evasione sia ormai senza quartiere, a dimostrazione che il governo cerca di superare la crisi anche recuperando soldi dal grande serbatoio del sommerso. In aumento i controlli sugli scontrini e sulle ricevute fiscali. In tre mesi, sono stati 1.718, con una percentuale di irregolarità riscontrate del 18 per cento.

In Trentino, la Finanza ha proposto all’Agenzia delle Entrate la chiusura di 8 esercizi pubblici che sono stati sorpresi più volte a non emettere scontrini. Un’altra modalità per cercare tesori o tesoretti nascosti è quella di indagare sulle auto di lusso. Già nel corso dei due blitz nelle più note località turistiche della provincia, ma anche successivamente, sono state fermate almeno 400 supercar. Adesso, la Finanza sta controllando quella che in gergo si chiama capacità contributiva delle persone che erano alla guida di queste automobili. In molti casi, le vetture sono intestate a società in passivo o con bilanci molto magri. Automatico, quindi, chiedersi come facciano queste società a permettersi auto del valore di molte decine di migliaia di euro. Per questo, la Finanza sta cercando di ricostruire il reddito di chi guidava queste vetture di lusso. Ma non è mancata la caccia ai cosiddetti furbetti, ovvero persone che hanno ottenuto contributi pubblici dichiarando il falso. In questo campo, sono stati eseguiti oltre 70 controlli in materia di spesa pubblica con particolare riferimento alle prestazioni sociali agevolate (concesse da enti pubblici a cittadini con basso reddito) ed alle autocertificazioni per l’esenzione dal ticket per prestazioni sanitarie. Di questi interventi, 27, ovvero il 39 per cento, hanno mostrato irregolarità.

Così sono state denunciate 23 persone per indebita percezione di contributi pubblici. Le irregolarità nella maggior parte dei casi riguardano le agevolazioni sui canoni Itea e le prestazioni integrative di sostegno al reddito. In tutto, il danno per le casse pubbliche ammonta a diverse decine di migliaia di euro.

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