Evasione Iva, sigilli alla villa di Odorizzi

La Procura ha ottenuto il sequestro della casa dell’imprenditore del porfido che non avrebbe pagato tasse per un milione



TRENTO. Dopo i guai finanziari con la Odorizzi Porfidi, adesso arrivano quelli con la giustizia. Il Tribunale del riesame ha disposto, su richiesta della Procura, il sequestro della villa di Albiano del rappresentante legale della società, Carlo Odorizzi, che si trova in concordato preventivo. Il sequestro per equivalente era stato chiesto per garantire il credito dello Stato a fronte di un’evasione dell’Iva e delle ritenute alla fonte per i dipendenti per un milione e 25 mila euro. Secondo quanto accertato dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Finanza, la Odorizzi Porfidi avrebbe evaso l’Iva negli anni 2011 e 2012. In un primo momento l’evasione contestata ammontava a un milione e 250 mila euro. La Procura aveva chiesto in un primo momento il sequestro per beni di questo valore, ma il gip Francesco Forlenza aveva respinto la richiesta accogliendo la tesi dell’avvocato di Carlo Odorizzi, Alberto Cunaccia, secondo il quale l’Iva evasa non era mai stata incassata dalla società. In altre parole, la difesa sosteneva che gran parte del debito fiscale della Odorizzi era causato dal mancato pagamento delle fatture da parte dei clienti. Quindi la società non avrebbe mai incassato l’Iva che non aveva versato. Per questo motivo, la difesa, aveva chiesto che il sequestro non venisse accordato. Il giudice Forlenza ha accolto questa tesi e ha respinto la richiesta della Procura che, però, ha fatto ricorso al Tribunale del Riesame. I giudici hanno accolto il ricorso, ma hanno ridotto l’entità del sequestro da un milione e 250 mila euro a un milione e 25 mila euro. Questo perché il Tribunale ha riconosciuto che per 250 mila euro la società non aveva incassato i soldi dai clienti e quindi non poteva versarli allo Stato.

Il sequestro è stato eseguito nei giorni scorsi dagli uomini della Finanza. I sigilli sono stati messi alla villa di Albiano di Carlo Odorizzi e al garage. Immobili il cui valore è valutato un milione di euro. Adesso la difesa dovrà attendere il processo. Nel frattempo, Odorizzi potrà continuare ad abitare nella casa che viene affidata al proprietario. L’imprenditore, comunque, rischia la confisca dell’immobile, ma solo dopo la condanna definitiva per il reato di evasione fiscale. Qualche settimana fa il giudice Giuseppe Serao ha proprio disposto la confisca nei confronti di un imprenditore immobiliare che era accusato di aver evaso l’Iva per 750 mila euro. Il giudice, inoltre, ha condannato l’imprenditore a risarcire l’Agenzia delle Entrate con un milione e 100 mila euro.

Per quanto riguarda Odorizzi, la vicenda è ancora in una fase preliminare. Dopo il sequestro le indagini andranno avanti. Se la Procura riterrà di avere elementi sufficienti per sostenere l’accusa potrà chiedere il rinvio a giudizio. In questo caso la situazione per l’imprenditore si farebbe più pesante.

Il difensore di Odorizzi, però, fa notare come il suo assistito abbia già raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per pagare a rate l’Iva evasa. L’imprenditore del porfido ha già versato la prima rata di 97 mila euro e intende continuare per cercare di estinguere il debito con il fisco. La difesa fa notare come la crisi che ha colpito l’edilizia abbia messo in ginocchio molte delle imprese che acquistavano dalla Odorizzi.

L’impresa di Albiano, infatti, è stata costretta a chiedere il concordato al Tribunale di Trento. Proprio negli anni in cui la crisi si è fatta più nera l’impresa non ha pagato né l’Iva né le imposte per conto dei propri dipendenti, ovvero le ritenute alla fonte. Ed è stato proprio questo a far partire l’inchiesta penale.

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