l'inchiesta

Evasione da 900 mila euro: gli sequestrano la casa

Sigilli della Finanza a immobili e terreni di Giovanni Cemin, titolare di un’azienda del Primiero che produce serbatoi, ora rischia la confisca



PRIMIERO. Li chiamano i reati figli della crisi. Reati che fino a qualche anno fa erano rari, almeno con queste modalità, e ora abbondano. Uno di questi l'evasione dell'Iva già dichiarata. Si tratta di imprenditori che incassano l'Iva per prestazioni fatturate, ma poi, alla fine dell'anno non la versano al fisco.

Non lo fanno perché sono in crisi di liquidità. Così diventano automaticamente degli evasori. E' quello che è accaduto a un imprenditore di Mezzano in Primiero, Giovanni Cemin, titolare della Serbatoi Cemin Eurotank che è indagato per evasione fiscale e anche per la distruzione di alcune fatture. Secondo la Procura e il comando provinciale della Guardia di Finanza che ha coordinato le indagini della brigata del Primiero, l'imprenditore avrebbe evaso 922 mila euro tra Iva e imposte dirette nell'annata 2012. L'inchiesta è partita da una segnalazione dell'Agenzia della Entrate che aveva subito rilevato il mancato versamento dell'Iva.

Le fiamme gialle sono subito andate a controllare i bilanci della società e hanno anche riscontrato altre irregolarità. In particolare il sistema informatico della società riportava l'emissione di determinate fatture che, però, con quella numerazione non esistevano. Per questo la Procura ha ipotizzato il reato di documentazione fiscale. Per quanto riguarda l'evasione delle imposte, invece, la somma contestata supera di molto il tetto dei 100 mila euro all'anno. Per questo motivo il pm Ognibene ha ottenuto dal gip il sequestro preventivo per equivalente dei beni immobili dell'imprenditore a garanzia del credito dello Stato. La Finanza nei giorni scorsi ha già provveduto al sequestro di alcune abitazioni intestate all'imprenditore, di terreni e anche di alcune partecipazioni societarie. Il tutto per un valore di circa 400 mila euro, ben lontani dal presunto credito del fisco che ammonta, appunto, a 922 mila euro. Il pm Ognibene ha già chiuso l'inchiesta e inviato all'imprenditore l'avviso di conslusioni delle indagini. Cemin, che è difeso dall'avvocato Stefano Ravelli, ha venti giorni di tempo per farsi interrogare e fornire la propria versione dei fatti.

L’imprenditore, secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza, avrebbe cercato di occultare in qualche maniera la reale consistenza finanziaria della sua aziende. Per questo alcune fatture che risultano emesse dal sistema informatico non corrispondono a quelle poi inserite a bilancio. L’imprenditore nel corso dell’interrogatorio potrà spiegare le ragioni per le quali non ha potuto versare l’Iva che aveva già dichiarato.

L’uomo sarà chiamato a fornire spiegazioni anche riguardo ale fatture che risultano emesse e non poi non sono state messe a bilancio. In caso di condanna, l’imprenditore rischia la confisca dei beni sequestrati che potrebbero essere messi all’asta.













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