la storia del complesso scolastico di san bartolomeo

Era la Casa del Sacro Cuore cresciuta negli anni ’50 e ’60

TRENTO. Scricchiolii, increspature, qualche cedimento hanno interrotto per ragioni di sicurezza l’utilizzo del grande complesso che si affaccia su viale Verona denominato “Istituto di formazione...


di Mauro Lando


TRENTO. Scricchiolii, increspature, qualche cedimento hanno interrotto per ragioni di sicurezza l’utilizzo del grande complesso che si affaccia su viale Verona denominato “Istituto di formazione professionale “Sandro Pertini”, servizi alla persona e del legno”. In città è però meglio conosciuto come il “Sacro Cuore”, esteso su tre ettari di terreno e arricchito da un vasto giardino alberato.

La sua “storia” lunga 83 anni si è quindi presa una pausa, visto che ci vorrà del tempo per riaprire tutto il complesso. E’ vero che i problemi statici si sono manifestati su un settore centrale, ma è evidente che sarà necessario por mano a tutta l’area edificata.

L’occasione di questo stop è utile per ricordare che la “Casa Sacro Cuore dei Padri Dehoniani”, questa la denominazione originaria, ha avuto un ruolo importante nell’urbanistica cittadina, nel settore dell’educazione pubblica, nella cura delle anime, nella creazione della socialità all’interno del rione di San Bartolomeo e dintorni.

Per raccontare le vicende del grande complesso è necessario risalire al 1930 quando la congregazione religiosa che fa riferimento a padre Giovanni Leone Dehon (1843-1925) arrivò a Trento avviando l’azione di apostolato e istruzione nella “Villa degli Olivi” in via delle Laste. Quattro anni dopo i Padri Dehoniani poterono trasferirsi, era il marzo 1934, nella loro nuova sede di via Chini progettata dall’architetto Guido de Unterrichter. Le carte dell’epoca mostrano la presenza in quella zona solo dell’attuale caserma Battisti, del primo edificio dehoniano e di alcune case coloniche nell’area a nord di via Chini in prossimità del letto del rio Salè. In sostanza il “Sacro Cuore” rappresentò lo “sfondamento” urbanistico verso quella che, a partire dagli anni Cinquanta, del Novecento fu l’edificazione del rione di San Bartolomeo e più oltre.

L’edificio originario dei dehoniani è quello che si affaccia su via Chini e che poi è stato interessato a una serie di ampliamenti verso sud per accogliere giovani che frequentavano le scuole medie e il seminario minore con la possibilità poi di entrare nel seminario maggiore dehoniano. Basti dire che nei decenni in quell’istituto passarono 2314 ragazzi dei quali 134 diventati sacerdoti.

Nel periodo bellico la scuola dovette sospendere ogni attività e l’edificio di via Chini fu militarizzato diventando sede del comando del “Corpo di sicurezza trentino” (Cst). Va ricordato che il Cst e la Flak, ossia il corpo militare addetto alle batterie antiaeree, vennero istituiti in Trentino nell'ambito dell'Alpenvorland nazista operando dall'aprile 1944 fino alla fine della guerra. Vi vennero arruolati circa cinquemila giovani.

A conflitto terminato il “Sacro Cuore” riprese l’attività e ben presto dovette ampliare le proprie strutture per ospitare i ragazzi. Ci furono pertanto nuove edificazioni nel 1950 e nel 1951, mentre nel 1954 venne inaugurata la chiesa sempre con progetto de Unterrichter. L’ultimo importante investimento fu a partire dal 1955 con la costruzione del fronte che guarda verso viale Verona progettato dall’architetto Italo Speccher.

Uno sviluppo importante si ebbe a partire dal 1966 quando la scuola media privata dell’Istituto divenne statale e pertanto ci fu un forte accesso di studenti esterni. Nel frattempo diminuirono gli studenti interni, il che fece venir meno il seminario minore. Il grande edificio divenne così sempre più vuoto e affittato ad enti pubblici. La svolta si ebbe nel dicembre 1995 quando, dopo una serie di trattative,tutto il complesso fu venduto alla Provincia che esercitò il diritto di prelazione con la cifra di 22 miliardi di lire. L’investimento servì per concentrarvi una serie di scuole professionali provinciali. Naturalmente cambiò la denominazione diventando “Istituto di formazione professionale “Sandro Pertini”, servizi alla persona e del legno”. A partire dal 1957 i Dehoniani sono stati, fino a pochi anni fa, i sacerdoti della parrocchia del Sacro Cuore del rione di San Bartolomeo oltre che di Man e di Madonna Bianca.













Scuola & Ricerca

In primo piano