Energia, la tegola delle doppie tasse

Trento e Bolzano tremano: addizionale tolta solo nelle regioni ordinarie


Luca Marognoli


TRENTO. Non bastavano la crisi e la concorrenza a gravare sulle nostre imprese. Ora arriva la doppia tassazione sull'energia elettrica, statale e provinciale, generata da un ingranaggio legislativo che nel rapportarsi con l'autonomia speciale si è inceppato. Una tegola inaspettata, arrivata da Roma all'inizio dell'anno, che rischia di mettere il Trentino e l'Alto Adige industriali fuori mercato.

La denuncia viene da Confindustria Trento, dopo una simulazione sulla base delle nuove normative che ha fatto emergere il problema. Ad essere penalizzate solo le regioni a statuto speciale: mentre infatti l'addizionale provinciale sull'energia elettrica è stata abrogata in tutte le altre, sostituita da una nuova aliquota nazionale, essa continuerà ad essere dovuta nelle province di Trento e Bolzano, in Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna.

Roberto Curcu, fiscalista di Confindustria, spiega l'inghippo: «In precedenza l'aliquota provinciale era di 9,3 euro ogni mille Kw/ora e la nazionale di 3,1. Con decreti del 30 dicembre, il Ministero dell'Economia e Finanze ha deciso di togliere quella provinciale e di far salire a 12,1 quella nazionale, per cui nelle regioni a statuto ordinario i conti tornano. Non nella nostra, perché la competenza spetta alla Provincia. Qui si innesta un altro ragionamento: siccome i 9,3 euro in base all'accordo di Milano dovrebbero rimanere a Trento, ci si aspettava che la nuova aliquota maggiorata valesse solo per le regioni a statuto ordinario. Invece il Ministero, con una circolare del 3 di gennaio, ha precisato che l'aliquota maggiorata si applica a tutti».

La matassa va sciolta e al più presto. «Dubito che la duplicazione di imposizione sia mantenuta - continua Curcu - perché ritengo sia anche incostituzionale. Si tratta di capire chi ci rimetterà i soldi: se lo Stato o la Provincia. Ma bisogna muoversi velocemente, perché se la Provincia andasse davanti alla Corte Costituzionale il conflitto resterebbe pendente per un anno e mezzo: troppo. Già la concorrenza è impari tra nazioni, perché in Francia l'energia costa la metà: di fatto si rischia di mettere fuori mercato molte delle nostre imprese associate. Al Servizio Entrate sono a conoscenza del problema e lo stanno affrontando nel tentativo di mantenere il gettito in Provincia per lo meno per i nove decimi».

Il presidente Paolo Mazzalai è allarmato: «Sono state fatte delle valutazioni unitaria prendendo come riferimento il Megawatt ora consumato dalle imprese. Questa novità comporterebbe un aumento fra i 3 e i 4 milioni di euro a livello di sistema. Ma non è la tassazione che ci preoccupa, quanto la distorsione che si verrebbe a generare: Confindustria è sempre disponibile a pagare quello che si deve per salvare l'Italia, vorrebbe però evitare di essere penalizzata rispetto alle aziende di altri territori». Trento, dice il presidente, si è confrontata con Bolzano che ha manifestato «le stesse perplessità».

Che fare per eliminare il gap che verrebbe creato da una doppia tassazione? «O si cancella una o l'altra. E' una questione politica. Si può intervenire con un azzeramento dell'addizionale locale, ma questi ragionamenti fanno parte di un meccanismo di dialogo fra centro e periferia. Non spetta a noi dire cosa fare: forse non c'è stata la giusta sensibilità o non si sono accorti dello sdoppiamento. Abbiamo rilevato il problema e lo segnaliamo: quello che conta è che si intervenga».













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