Energia e trasporti, prezzi alle stelle

Aumento dell'8,8% in un anno: il quarto in Italia. Bolletta sempre più cara


Luca Marognoli


TRENTO. Il caro-energia mette in ginocchio le famiglie trentine. Secondo le rilevazioni di Confartigianato, in dodici mesi i prezzi dei trasporti a Trento hanno fatto registrare un aumento dell'8,8%, il quarto in Italia. Siamo ai piedi di un podio decisamente poco invidiabile, che vede sul gradino più alto Potenza (unica a raggiungere la doppia cifra con un +10,5%), e sugli altri due Venezia (+9,1%) e Verbania (+9%).

Il dato locale è confermato dal servizio Statistica della Provincia, seppure con uno scostamento di un decimo (+8,9%). L'incremento rispetto al mese precedente (ottobre su settembre) è invece dello 0,3%. Preoccupa anche l'impennata nella bolletta energetica (che comprende acqua, elettricità, abitazione e combustibili). Qui l'aumento è stato del 5,2% in un anno (dello 0,9% su settembre).

Trento segue l'andamento nazionale, che non è allarmistico definire critico. Confartigianato dichiara che la bolletta, nello scorso mese di settembre, ha toccato il picco più alto degli ultimi venti anni: 61,9 miliardi, pari ad un'incidenza del 3,91% sul Pil. In pratica, ogni famiglia paga un totale di 2.458 euro all'anno. Il record storico di settembre era stato sfiorato nel 2008, quando la bolletta incideva per il 3,74% del Pil, con un impatto di 58,6 miliardi di euro.

A far esplodere il costo dell'energia, aumentato del 26,5% negli ultimi dodici mesi, ha contribuito l'impennata del prezzo del petrolio, che a settembre 2011 si è attestata a 108,56 dollari al barile, con un boom del 143% rispetto a marzo 2009. Tornando al Trentino, la crescita più rilevante dopo la voce trasporti è stata fatta segnare dalle bevande alcoliche e dai tabacchi, con il 5,6% in più in dodici mesi.

Ma l'elenco è lungo: a quota 2,7% l'aumento rilevato per gli alimentari e le bevande analcoliche, 2,5% per gli alberghi e i pubblici esercizi, 2,4% per i mobili e i servizi per la casa, 1,7% per l'istruzione e 1,5% per l'abbigliamento e le calzature. Vista la situazione è lecito chiedersi se ci sia qualcosa che costa di meno. La risposta è sì: la "ricreazione e cultura" scende dell'1,2%, le comunicazioni dell'1,1%. Meglio allora muovere il meno possibile la macchina e andare a teatro o stare a casa per leggersi un buon libro. In attesa di tempi migliori.













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