IL PARCO

Doss Trento, la strada apre alle auto ma pochi ne approfittano

Nel primo giorno di apertura al traffico quasi tutti scelgono ancora di salire a piedi: «Perché rovinare un posto così?»


di Daniele Peretti


TRENTO. Primo giorno di apertura della strada che porta in cima al Doss Trento e prime prove anche per verificare la possibilità che la “Verruca”, possa diventare uno dei parchi frequentati della città. Il transito dei veicoli è possibile in coincidenza con gli orari d'apertura del Museo Storico degli Alpini – 9 alle 12 e 13,30 16 – mentre durante il periodo dell'ora legale, il parco resta aperto fino alle 20. Attenzione però alla chiusura automatica dei cancelli che potrebbero sorprendere qualche ritardatario.

Una volta arrivati in cima, ma anche durante tutto il percorso, ci si trova in uno dei posti più suggestivi di Trento. Non una, ma più terrazze che danno sulla spianata della città, ma in giornate particolarmente limpide, lasciando scorrere lo sguardo lungo il percorso disegnato dall'Adige, si può vedere anche Verona. Purtroppo però i limiti sono gli stessi di tutti gli altri parchi cittadini. Mancano adeguati servizi igienici ed in considerazione della distanza dal centro abitato, sarebbe gradita la presenza di un chiosco. Nel prato a fianco del mausoleo di Cesare Battisti, una fontana garantisce la disponibilità di acqua, ma manca un'indicazione per capire se si tratta di acqua potabile o meno. A pochi metri dalla cima, ieri si stavano ancora disegnando gli stalli, il parcheggio, con una trentina di posti che dovrebbero rispondere alle richieste dei primi visitatori; che per la verità ieri hanno raggiunto il Doss Trento ancora a piedi. Salendo la prima tappa, interessante per tutti i visitatori, è il Museo Storico degli Alpini presidiato dal direttore Stefano Basset, Generale di Brigata, e dal Primo Maresciallo Luca Buonincontro. Interviste ufficiali non ne possono rilasciare e quindi non è possibile sapere se con l'apertura del transito agli autoveicoli, coincideranno particolari iniziative promozionali, di certo ieri non c'è stato un maggiore afflusso rispetto agli altri giorni. In effetti risalendo una strada fatta di tornanti, ma tutto sommato comoda e con pochi punti critici, macchine non se ne incrociano. E chi è arrivato sulla spianata finale, lo ha fatto a piedi. Come sempre. Silvia Collotta e Francesco Bartoli arrivano dalla Val di Ledro ed è la loro prima visita. “Non sapevamo che si sarebbe potuto salire in macchina, ma saremmo venuti lo stesso a piedi.” A Michela Ress la decisione di aprire alle macchine non piace per nulla. “Era una l'unica possibilità che avevamo a Trento per poter camminare in assoluta tranquillità, lasciando liberi i bambini. Adesso invece ci vorranno mille occhi.” I timori nascono dagli improvvisi sbocchi che il sentiero ha sulla strada, spesso coperti dalla vegetazione. Una volta non era un problema, mentre da adesso bisognerà stare attenti alla circolazione dei mezzi. Michela Ress abita a Cristo Re e la salita sul Doss Trento è un'abitudine propria della bella stagione che questa volta ha condiviso con Claudia Bianchi, origini romane ma dal 2004 residente a Trento e dopo undici anni è la prima volta anche per lei: “Bellissimo ed è anche una salita non molto impegnativa. Con i bambini e gli zaini con la merenda, ci avremo messo una ventina di minuti al massimo. Quella delle macchine non mi sembra una bella idea e temo che si possa rovinare, un'atmosfera suggestiva nella quale si respira anche la storia di Trento, lungo un per corso nel quale è bello potersi fermare ad ammirare il panorama”.













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