Doppia cittadinanza agli ex tirolesi

Panizza annuncia un disegno di legge per i discendenti trentini degli emigranti



TRENTO. Un disegno di legge affinché i discendenti trentini degli emigranti dell'ex impero austro-ungarico possano ottenere la doppia cittadinanza. Lo ha annunciato ieri il senatore del Patt Franco Panizza. I componenti del Gruppo per le Autonomie sono favorevoli all'istituzione del Comitato per le questioni degli italiani all'estero, a patto che sia snello, economico ed efficace, perché «convinti che i nostri emigrati all'estero rappresentano una straordinaria opportunità per promuovere innanzitutto i prodotti made in Italy, il nostro Paese, la nostra cultura ed arte e per mantenere ed intensificare i legami tra chi ha lasciato il nostro paese e chi è restato in patria». «Sono poi personalmente favorevole - spiega Panizza - perché parto da un'esperienza diretta nel campo dell'emigrazione, essendo uno dei fondatori della Unione delle famiglie trentine all'estero e conosco dunque a fondo il problema». Panizza è intervenuto ieri in aula al Senato, in dichiarazione di voto sulla mozione presentata dal senatore Pd Claudio Micheloni sull'istituzione del Comitato per le questioni degli italiani all'estero, mozione approvata dall’assemblea di Palazzo Madama. Per ripianare un problema che riguarda nello specifico gli emigranti del Trentino, come anche quelli della Regione del Friuli Venezia Giulia, emigrati tra la fine dell'800 e gli inizi del ’900 sotto l'allora impero austro-ungarico, Panizza ha annunciato in aula di aver presentato un disegno di legge che mira al riconoscimento della doppia cittadinanza, che «fatica ancora ad essere attuata, soprattutto per mancanza dei necessari supporti burocratici». «Mi auguro – ha aggiunto - che l'attuale governo aumenti il personale presso i consolati e le ambasciate affinché i discendenti degli emigranti dell'ex impero austro-ungarico possano ottenere in terra straniera il riconoscimento dei giusti diritti». Nel suo intervento il senatore ha tenuto a sottolineare che gli emigranti hanno, con le loro rimesse, consentito ai territori italiani di riprendersi, consentendogli di crescere. «Oggi molti di loro hanno creato delle grandi aziende, occupano posti di responsabilità e quindi contribuiscono anche a definire l'orgoglio del nostro Paese nel mondo. Penso, in particolare, alle associazioni degli emigrati che sono nate in Trentino e che stanno portando avanti un lavoro di grande serietà, coinvolgendo soprattutto i giovani, gli studenti, promuovendo gli scambi fra universitari».













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