Donne, denunciate 50 violenze al mese 

I dati del 2017 tracciano un quadro ancora preoccupante. Allarme per i bimbi costretti ad assistere agli abusi


di Alice Sommavilla


TRENTO. “Di violenza di genere si continua a parlare ed è bene non smettere di farlo”. Con queste parole l'assessora alle pari opportunità Stefani Segnana ha dato il via alla presentazione dell'annuale pubblicazione dei dati relativi al fenomeno in provincia di Trento. “I preziosissimi dati raccolti, che ci permetteranno di capire quali e quante risorse mettere in campo per arginare il fenomeno - prosegue Segnana- sono il risultato di un lavoro di squadra tra istituzioni, forze dell'ordine e osservatorio provinciale sulla violenza di genere, un lavoro svolto magistralmente e con grande sinergia. L'unico rammarico rimane il sapere che i dati raccolti rappresentano solamente la punta dell'iceberg del fenomeno. Diventa quindi fondamentale vigilare in ogni contesto, creare un tessuto normativo e culturale che faccia sentire protette e sicure le vittime, spingendole a denunciare”.

Dai dati, relativi al 2017, emergono 638 episodi riconducibili a violenze di genere: per la fascia di età tra i 16 e i 64 anni si tratta di una media di quasi cinquanta episodi al mese. Nell'83% dei casi la vittima conosce l'aggressore, nel 61% si tratta di partner o ex compagni. “Denunce e ammonimenti sono strumenti validi- spiega Arianna Bazzanella dell'ufficio studi del mercato del lavoro - ma teniamo presente che i numeri sono una sottostima, trattandosi solamente della parte del fenomeno che arriva alle istituzioni. Ai 638 episodi del 2017 corrispondono 439 e 199 procedimenti di ammonimento. Tra questi, 368 sono casi di violenza fisica o domestica, pari al 47%; seguono poi i casi di violenza psicologica (174) e stalking (112).

La maggior parte delle donne vittime di violenza ha un'età inferiore ai 35 anni, mentre i maltrattanti superano spesso i 45 secondi. Ma non sono solo le forze dell'ordine a raccogliere dati sul fenomeno. Una parte importante è svolta infatti dai servizi antiviolenza sul territorio. Come illustra la dottoressa Laura Castegnaro del servizio politiche sociali: “Nel 2017 sono state 111 le donne presenti nei servizi di aiuto residenziali, come case rifugio, case di accoglienza e alloggi in autonomia, e 301 quelle ascoltate dai servizi consulenziali. Per quanto riguarda gli accessi in strutture protette, ci sono stati ben 127 minori che hanno seguito le madri, un aumento del 21% rispetto al 2016. Si stima che, complessivamente, i bambini trentini vittime di violenza assistita, ossia spettatori degli abusi e delle violenze alle loro mamme siano 524” .

Un ultimo dato riguarda il progetto Cambiamenti, dedicato alla rieducazione di soggetti maltrattanti. A fronte di 24 iscrizioni, sono stati 19 gli uomini che hanno portato a termine il percorso. “Numeri bassi, se rapportati a quelli delle donne maltrattate- conclude Castegnaro- che vanno senz'altro implementati per eliminare alla radice le cause del fenomeno”.

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