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Domenico, il gigante delle cose buone

Ex campione di basket ha “scelto” il Trentino per trasferirsi con la sua famiglia. Ai Solteri frutta, verdura e mozzarelle


di Luca Marognoli


Con le sue manone da pivot, Domenico Cioffi afferra una melanzana king size e la “palleggia” fra un palmo e l'altro. “Questa è roba che viene dai campi – ti dice -, non da serre olandesi, spagnole o slovacche”. E se vedessi questo gigante da 2 metri e 02, ex serie A di basket nella Juve Caserta e vicecampione europeo di rowing indoor (il vogatore da palestra), elevarsi all'istante in sospensione come per fare un tiro da tre, ti stupiresti meno di sapere dove è andato a scovare quel “verdurone” e tutte le altre cose buone che sua sorella Katia vende nel negozio-magazzino aperto in dicembre ai Solteri, accanto allo spaccio degli occhiali. Lui è stato “scritturato” come assaggiatore e selezionatore, una specie di scout delle delizie del palato: “Abbiamo fatto 9.600 chilometri girando in lungo e in largo l'Italia, dall'Alto Adige alla Sicilia, per visitare 260 aziende che ci dessero sicurezza sulla qualità dei prodotti”, dice assieme a Demetrio Battaglia, nativo di Lases ma con papà calabrese, che lo ha accompagnato in questa avventura gastronomica lungo lo Stivale e che di Katia è socio.

Domenico Cioffi ha giocato con Stefano Gentile: “Eravamo amici per la pelle”, racconta. “Siamo cresciuti assieme a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, anche se la mia famiglia viene da Boner, nel Beneventano”. La sua carriera da ala pivot è finita troppo presto, dopo avere militato negli under 14, 16 e 18 e avere esordito nella massima serie vestendo anche la maglia azzurra nelle giovanili. Un infortunio al ginocchio lo ha costretto al ritiro e da dieci anni abita in Trentino, provincia che ha scelto a tavolino per la qualità della vita. Prima di approdare in città, ha abitato a lungo a Brusago, nel Pinetano, dove lo hanno raggiunto le due sorelle e la mamma Giuseppina (oggi alla cassa del negozio) e dove si è fatto molti amici. Tra loro Demetrio, che ha due cave di porfido ad Albiano e Lases e un allevamento di conigli a Verona.

Hanno chiamato l'azienda Triafruit, perché i soci dovevano essere tre, ma alla fine sono rimasi in due. Quelli più determinati e coraggiosi: “Siete dei matti a non rifornirvi nei mercati, ci dicono. Ma noi siamo andati a scegliere le aziende che ci davano maggiori garanzie di qualità. Arriva tutto con il corriere espresso, in sei ore: paghiamo la spedizione diretta”. La selezione è stata certosina: “Per trovare la roba buona devi andare nei bar dei paesi a chiedere. E per ogni prodotto abbiamo chiesto la certificazione di provenienza, rigorosamente italiana. In Calabria ci sono 300 salumifici: di questi 30 lavorano bene, ma solo cinque hanno il marchio Igp. Noi abbiamo selezionato uno di loro. E sui nostri listini esponiamo tutto: la tracciabilità e gli ingredienti sono le cose più importanti”. Il resto lo fa il sapore. “Il broccolo deve sapere di broccolo, il pomodoro di pomodoro: non c'è discussione...”, dice Domenico. Che ti allunga un datterino di Pachino: “Assaggi e poi mi dica”. E' dolcissimo, possiamo confermarlo. Gran parte della frutta e verdura viene dal Foggiano, da Serra Capriola, “un paesino alle pendici del Gargano”, continuano Domenico e Demetrio. “Ci mandano sedano, puntarelle, cime di rapa… Anche la pasta: cavatielli e orecchiette fatte a mano in un pastificio che lavora benissimo ma che da noi è conosciuto poco. Poi c'è l'olio: l'acidità è dello 0,3%, ottima. E' dolce al palato e non pizzica”.

In un angolo del negozio c'è il frigo, la “cassaforte” di Truiafruit. “La mozzarella è il nostro punto di forza. La bufala viene da Paestum: abbiamo girato otto caseifici per trovare quella che piaceva a noi. Mentre la stracciatella la siamo andati a prendere dove la fanno da sempre: ad Andria, in Puglia”.

Le chicche regionali non finiscono qui. Dalla Calabria arriva la marmellata di cedro e bergamotto, dal Molise la passata rustica (due soli ingredienti: pomodoro e sale) e il caciocavallo di Agnone (stagionato nelle grotte di tufo e prodotto da un'azienda nata nel 1662), dalla Sicilia i pomodori di Pachino e le fragole di Marsala, dal Beneventano, patria dei Cioffi, i taralli e i morbidelli fatti con il miele e la frutta secca e coperti di cioccolato.

Frutta e verdura hanno prezzi in linea con la grande distribuzione e dopo due giorni vengono svendute a 1 euro al chilo. Tra le curiosità ci sono i babà napoletani “affogati” nel limoncello, che Katia adora. E in aprile arriverà una novità: le centrifughe da bere in negozio, con frutta e verdura a scelta.

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