Dirigenti, ancora un concorso nonostante il blocco

Il bando sarà approvato la prossima settimana L’assessore Gilmozzi: «Solo una questione procedurale»



TRENTO. I sindacati sono rimasti piuttosto perplessi nel leggere la comunicazione spedita dalla Provincia. Nella lettera si avvisa semplicemente che venerdì prossimo la giunta avrebbe aperto un concorso pubblico per selezionare un nuovo dirigente. La perplessità nasce dal fatto che solo poche settimane fa in un conchiuso di giunta e su richiesta proprio dei sindacati si era presa la decisione di bloccare tutti i concorsi almeno nel periodo di avvio della riforma. Lo stesso sindacato dei dirigenti è rimasto spiazzato da questa comunicazione e attende con ansia la riapertura degli uffici lunedì per capire meglio che cosa in realtà significhi, posto che una retromarcia da parte dell’esecutivo sarebbe quanto meno clamorosa. L’assessore Gilmozzi, dal canto suo, conferma quanto deciso: «Confermo il blocco dei concorsi e questo provvedimento non andrà a cambiare le cose. Semplicemente per una questione di normativa dobbiamo aprire la procedura per la definizione di alcuni ruoli rimasti in sospeso e poter così confermare il ruolo già coperto. Sono tre o quattro in tutto, due posizioni sono già state sistemate. Di fatto non si contraddice quell’accordo che prevede una “revisione” generale a bocce ferme, probabilmente in settembre quando il riordino dei dipartimenti sarà concluso. Solo in quel momento infatti potremo avere le idee chiare sui ruoli che ci servono e sulla necessità di riaprire o meno nuovi concorsi».

Ma il problema della sistemazione dei dipartimenti e della riforma istituzionale legata alle Comunità di valle non è ancora per niente risolto. Anzi, sta arrivando a piazza Dante, sul tavolo del presidente Dellai, una richiesta formale dei sindacati per fare il punto della situazione, posto che sono state evidenziate diverse anomalie nella gestione del personale. «La Provincia ha il vizio - spiega Stefano Galvagni della Uil - di ragionare per numeri, ignorando che spostamenti e cambiamenti hanno effetti che non sono sempre uguali. Per esempio gli accorpamenti effettuati al dipartimento della conoscenza hanno prodotto un aumento dei carichi di lavoro esponenziale in alcuni punti, magari già saturi in precedenza. Un discorso diverso, ma sempre legato, è quello delle Comunità di valle dove si stanno valutando spostamenti dalla Provincia senza tenere conto che i ruoli di cui si parla sono sensibilmente diversi: nei nuovi enti il dipendente si rapporta direttamente con i politici, con carichi di responsabilità diversi, mentre in Provincia c’è una certa gerarchia strutturale. La stessa questione del trasferimento dei cantonieri, che non ci ha trovato d’accordo nelle modalità, è sintomatica di una situazione in equilibrio precario. E pure sul fronte del risparmio ci sarebbe da discutere. Proprio per questo chiederemo un incontro urgente con il presidente della Provincia in modo da chiarire le regole e assicurarne il rispetto. Solo in questo modo il riordino potrà portare effettivamente quei benefici alla gestione della burocrazia che tutti si aspettano».

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