lavoro

Dipendenti pubblici, sindacati all’attacco: «E gli arretrati?»

Cgil, Cisl e Uil: «Si aumentano le indennità da consiglieri, ma gli arretrati dei contratti sono al palo»
La Provincia: « è noto che è in atto un contenzioso costituzionale, ma alla fine tuteleremo i loro diritti»



TRENTO. «La politica ha trovato tempo e modo per aumentarsi le indennità ma i dipendenti restano al palo nella maggioranza dei Comuni».

Lo affermano Luigi Diaspro (Fp Cgil), Giuseppe Pallanch (Cisl Fp) e Marcella Tomasi (Uil Fpl), in merito al ritardo nella liquidazione degli arretrati per gli anni 2020-21 nel comparto delle autonomie locali a fronte dell'aumento dei costi e dell'inflazione. «Nei comuni trentini - attaccano le sigle - sono solo 44 le amministrazioni che hanno dato seguito agli accordi stipulati in Apran tra parti sociali, Provincia e Upipa. Una situazione estremamente grave con un ostracismo inaccettabile da parte del Cal, del suo presidente Paride Gianmoena; incomprensibile poi il modo di agire della sindaca di Riva del Garda ha le risorse a bilancio ma non ha firmato le delibere attuative e tutto è fermo».

Sindacati contrari anche all'inserimento della clausole di salvaguardia direttamente in busta paga: «Una misura con cui gli Enti si riservano di chiedere illegittimamente la restituzione degli arretrati nel caso in cui la Provincia soccombesse nel ricorso avviato dallo Stato per la verifica della Corte dei Conti sui contratti pubblici provinciali, un ulteriore fatto inedito che alimenta malumori e comprensibile preoccupazione. Si tratta di modalità sconcertanti che non hanno precedenti. Si contravviene a tutti gli accordi in modo unilaterale ma i sindaci intanto hanno incassato l'aumento delle indennità», scrivono Diaspro, Pallanch e Tomasi.

Di fronte alle mancate risposte anche per il triennio 2022-24, affermano i sindacati, «non possiamo che ribadire con forza la validità e l'esigibilità degli accordi sottoscritti da sindacati e Apran e preannunciare la messa in campo di tutte le azioni sindacali e giudiziarie per la tutela del potere d'acquisto dei salari e per l'attrattività del sistema pubblico provinciale». In conclusione, le sigle hanno ricordato la nota di sfiducia verso al rappresentanza Apran inviata a Fugatti, alla quale attendono risposta.

«Nessuno scivolone e nessuna decisione assurda - ha ribattuto la Giunta in risposta - Anche alle stesse organizzazioni sindacali, infatti, è noto che sul tema è in atto un contenzioso costituzionale e che serietà impone alla stessa Provincia di rispettare le regole. Confidando che l’iter giuridico trovi a breve una soluzione positiva, è corretto comunque informare i dipendenti dello stato delle cose. Al netto delle decisioni che riguardano i dipendenti comunali, in merito alle quali la competenza è in capo agli enti locali, la Giunta conferma in ogni caso la salvaguardia dei diritti dei lavoratori del pubblico impiego».

 













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