la polemica

Dipendenti pubblici contro De Laurentis

Mastrogiuseppe (Fp Cgil): «Basta alimentare odio, turn over e contratti bloccati». Valentinotti (Fenalt): «Si vergogni»



TRENTO. «De Laurentis la smetta di alimentare odio nei confronti dei dipendenti pubblici, non è più tollerabile». L’uno contro tutti del presidente degli artigiani, sabato al Teatro Sociale, solleva reazioni a raffica. Sabato a caldo avevano reagito insieme industriali, Cooperazione e sindacati: «La crisi si vince uniti, non è una gara a chi grida più forte». Ieri a intervenire, con una nota dai toni molto duri, è stato il segretario della Funzione Pubblica Cgil Giampaolo Mastrogiuseppe, che reagisce alle parole di Roberto De Laurentis sui dipendenti pubblici. «Un esercito di 35 mila persone - aveva scandito dal palco il leader degli artigiani - che in Trentino costano il doppio che in Alto Adige. Buoni e cattivi, tutti intoccabili, tutelati in tutto e pagati con le nostre tasse».

Numeri già contestati dal governatore Ugo Rossi. Mastrogiuseppe va oltre: «I dipendenti pubblici trentini costano meno e sono inferiori per numero ai colleghi dell’Alto Adige, questo per ristabilire la verità dei fatti». Ma nel merito il segretario della Fp Cgil attacca: «De Laurentis nella sua foga denigratoria di un'intera categoria di lavoratori, fa affermazioni gravi che meritano l'attenzione della magistratura. In particolare si cita il caso di chi, dipendente pubblico, esercita un'attività abusiva. Invece di spargere letame, se De Laurentis è a conoscenza di episodi di questo tipo ha il dovere, civico quantomeno, di denunciarli». «Se poi vogliamo generalizzare e attuare uno scontro tra categorie, dividendo i buoni dai cattivi, ricordiamo che è doveroso chiedere sempre la fattura agli artigiani. Chi non emette le fatture, infatti, contribuisce all'aumento della pressione fiscale a carico di tutti». Mastrogiuseppe ricorda che quando si parla di lavoratori pubblici si parla di infermieri, insegnanti, assistenti domiciliari, operatori delle case di riposo, vigili del fuoco: «Nella pubblica amministrazione trentina il personale si riduce ormai da anni a causa del blocco delle assunzioni e i contratti non si rinnovano dal 2009». L’ultimo affondo sul fondo sanitario integrativo provinciale, «che parte solo con i soldi di quei dipendenti pubblici che De Laurentis tanto odia e che sarebbero l’ostacolo alla ripresa economica. De Laurentis si dimetta da presidente di Sanifonds».

Indeciso tra reagire e tacere, «perché certe accuse non meritano risposta», il segretario della Fenalt Maurizio Valentinotti: «Toni e approssimazione grossolana che conosciamo, da presidente di una casa di riposo De Laurentis dovrebbe vergognarsi. Forse non sa che chi accudisce i nostri anziani per 1200 euro al mese è un dipendente pubblico». «Che gli artigiani abbiano pagato duramente la crisi è fuori di dubbio - prosegue il sindacalista - ma De Laurentis sembra non ricordare che se hanno perso tanto è perché 30 mila famiglie hanno il contratto bloccato da anni e 50 milioni in meno in busta paga sono 50 milioni in meno che girano nelle botteghe artigiane. Su questo dovrebbe riflettere invece di far passare i dipendenti pubblici come una categoria di privilegiati».













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