Denti storti e «nerastri», fa causa all’odontoiatra

Un paziente si era rivolto al professionista trentino per una protesi e ha pagato 9 mila euro, ma si è ritrovato con la bocca del tutto rovinata



TRENTO. Aveva speso 9 mila euro per sistemare la bocca con una protesi e alcune estrazioni di denti. Ma si è trovato i denti storti e neri e con una protesi cementata senza neanche che il dentista gli avesse chiesto se il risultato gli piaceva o meno. Per questo un uomo di Trento ha fatto causa al suo dentista, un professionista di Trento, chiedendo un risarcimento di 20 mila euro. Il paziente si è rivolto all’avvocato Claudio Tasin che ha incaricato un medico legale di calcolare il danno subito.

La perizia è eloquente e sulla base di questa è partita una prima richiesta di danni. Il paziente nel marzo 2010 aveva iniziato presso uno studio dentistico di Trento un piano di riabilitazione della bocca con protesi fissa all’arcata inferiore. Il preventivo iniziale era di 12 mila euro, ma il paziente ha pagato 9 mila euro. Il dentista dapprima ha eseguito 4 estrazioni e poi ha realizzato una protesi provvisoria fissa in resina. Però, pochi mesi dopo, quando la cura era ancora in corso, il dentista è morto. Così il paziente si è dovuto rivolgere a un altro professionista, sempre di Trento. Il secondo odontoiatra ha terminato la protesi che poi ha cementato direttamente nella bocca del paziente, senza chiederne preventiva accettazione e senza chiedere se l’estetica del lavoro era di gradimento del paziente. L’uomo, ancora in preda all’anestetico, non ha subito sollevato contestazioni, ma poi, qualche giorno dopo si è accorto che i denti inferiori erano storti. Un altro dentista lo ha visitato e ha concluso che effettivamente il lavoro era stato fatto male. Del resto, appena un giorno dopo, la protesi è diventata nerastra. Così alla fine il paziente si è trovato con i denti frontali inferiori ruotati e disallineati e con i denti neri e ruvidi.

Il perito incaricato dall’avvocato Tasin ha messo in rilievo come il dentista innanzitutto abbia violato la libertà di autodeterminazione del paziente non rispettando la regola del consenso informato. In pratica, il lavoro è stato eseguito unilateralmente dal professionista secondo il proprio giudizio, senza tener conto del parere del paziente e senza chiedere il suo consenso per quanto riguarda l’estetica della protesi. Il perito osserva che in questo senso c’è una violazione del consenso informato in relazione a due fattori. Il lavoro è stato cementato chiedendo solo a posteriori il parere del paziente. Per questo è stata annullata la possibilità di scelta da parte del paziente che si è trovato in bocca una protesi nerastra e fatta male. Poi, il dentista non aveva tenuto conto di quanto il paziente si aspettava e aveva concordato con il professionista precedente. Per questo è partita la richiesta di risarcimento.













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