Dellai: «Sì al Museo dell’Autonomia Una vetrina storica»

Il governatore pensa a un racconto per immagini alle Albere «Una porta di ingresso alla città ideale per i molti turisti»



TRENTO. Se per l’assessore alla cultura del Comune di Trento, Lucia Maestri, il Museo dell’Autonomia «è già morto prima di nascere», per il governatore Lorenzo Dellai è più vivo che mai. «Lo stimolo è partito da me e mi prendo io tutte le responsabilità», precisa il presidente della giunta provinciale facendo scudo all’assessore Franco Panizza. «In città è più che opportuno trovare un luogo che sia punto di riferimento per spiegare la nostra storia. Palazzo delle Albere vive una fase di ripensamento del suo ruolo e c’è bisogno di ridargli una mission». Il governatore ha detto di pensare a una formula simile a quella proposta con successo a Castel Tirolo: «Un semplice racconto fotografico con alcune didascalie. Anche nelle nostre case le foto raccontano i momenti fondamentali di una famiglia, non capisco perché questo dovrebbe essere considerato un simbolo di chiusura». Niente di clamoroso dunque, ma una grande vetrina per la città: «A noi serve un posto fruibile anche dai turisti - precisa -, anche in considerazione del fatto che il numero di presenze ha raggiunto i 5 milioni l’anno».

A spingere nella direzione della villa-fortezza dei Madruzzo anche questioni di carattere urbanistico. «Presto verrà ripristinato il collegamento con i Tre portoni e quella diventerà una porta di ingresso alla città. Ci sarà anche una passerella che da lì sboccherà alla zona dell’Italcementi». Dellai ha replicato ai detrattori: «Ho letto commenti schizzinosi, come se raccontare la nostra storia fosse un’idea regressiva». Panizza ha ribadito che le collezioni ottocentesche resteranno alle Albere ma «le hanno viste tutti ormai e vanno quindi proposte in modo diverso valorizzandole». (l.m.)













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