Ddl Scuola, Rossi tratta sull’omofobia

Informazione alle famiglie, no all’opzione facoltativa. Iniziata la discussione degli ordini del giorno, da domani a oltranza


di Chiara Bert


TRENTO. Chiusa la discussione generale, in consiglio provinciale ieri è cominciata la discussione dei 40 ordini del giorno collegati alla riforma della scuola. Approvato all’unanimità quello di Luca Giuliani (Patt) per sollecitare i docenti a frequentare corsi per l’insegnamento agli alunni dislessici.

I lavori riprenderanno oggi alle 9, quando il governatore ha già chiesto di incontrare le minoranze. Ieri i capigruppo hanno fissato gli orari d’aula: oggi si prosegue fino a mezzanotte, da domani si andrà ad oltranza. Di mezzo c’è la mole di 13.400 emendamenti depositati dalle opposizioni. «Questa è una legge con connotati politici forti ma che tocca un servizio trasversale, la scuola», ha detto Rossi in aula incalzando le minoranze, «è l'occasione nella quale dimostrare che con la voglia di entrare nel merito del testo per una volta si limita il potere della giunta di dare attuazione a dei dettati normativi». Se la legge non venisse approvata, ha avvertito il presidente, l’esecutivo dovrebbe comunque intervenire. Ma dall’altra ha confermato la disponibilità a «migliorare il ddl con ordini del giorno ed emendamenti».

È quello che si è cominciato a fare ieri pomeriggio, quando la seduta è stata sospesa proprio su richiesta di Rossi per valutare mozioni e emendamenti. Tra gli ordini del giorno su cui l’intenzione della maggioranza è di trattare semmai emendandoli, c’è lo scoglio omofobia. Sia Viola (Pt) che Borga (Civica) che chiedono entrambe, in nome del primato educativo della famiglia, di garantire la possibilità di non aderire ai percorsi contro l’omofobia nelle scuole previsti dalla mozione approvata il mese scorso dalla maggioranza. Il governatore, in coordinamento con l’assessora alle pari opportunità Sara Ferrari, ha pronta una proposta di mediazione che prevede un’informazione degli istituti alle famiglie sui moduli che saranno elaborati da Iprase e Università: nessuna concessione invece per quanto riguarda l’opzione facoltativa che - si fa notare in maggioranza - esiste solo per l’ora di religione, altrimenti bisognerebbe introdurla per tutti i percorsi decisi dalle scuole.

Nel merito della riforma della scuola, i punti di scontro restano la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, gli ambiti di assegnazione e la valutazione. Anche su questo si tratterà: Rossi è pronto a concedere qualche rassicurazione in più sui criteri a cui i presidi dovranno attenersi, ma anche ad ammorbidire l’obbligo della settimana corta.













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