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Daniza uccisa, scoppia la bufera in Trentino

Il plantigrado è stato catturato dopo un mese di caccia, ma la procedura di "telenarcosi" si è rivelata fatale. Il Corpo Forestale avvia un'inchiesta. Il governatore Rossi: "Se emergono responsabilità penali, mi dimetto"



TRENTO. L'orsa Daniza è morta. Dopo quasi un mese dall'aggressione di un fungaiolo nei boschi sopra Pinzolo, e dopo una lunga fuga sulle montagne trentine, il plantigrado è stato catturato dagli uomini della Provincia ma non ha retto alla dose di anestesia che è stata iniettata nel suo corpo per completare l'operazione di cattura.

La Provincia ha subito diffuso un comunicato per spiegare quanto accaduto: "In ottemperanza all'ordinanza che prevedeva la cattura dell'orsa Daniza, dopo quasi un mese di monitoraggio intensivo, la scorsa notte si sono create le condizioni per intervenire, in sicurezza, con la telenarcosi. L'intervento della squadra di cattura ha consentito di addormentare l'orsa che, tuttavia, non è sopravvissuta. E' stato possibile catturare con la medesima modalità, per poi prontamente liberarlo, anche uno dei due cuccioli, che è stato dotato di marca auricolare al fine di assicurarne il costante monitoraggio. A tal fine sul posto è già operativa la squadra d'emergenza. Dell'episodio sono stati informati il Ministero dell'Ambiente, l'Ispra e l'Autorità giudiziaria. Già in giornata l'animale sarà sottoposto ad analisi autoptica".

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Il caso di Daniza aveva fatto scattare fin da subito la protesta degli animalisti, che in più occasioni avevano minacciato il Trentino di avviare una sorta di "sciopero della vacanza", arrivando anche a fare irruzione nella sede della giunta provinciale. Già nel 2008 divampò la polemica dopo che un orso morì annegato nel lago di Molveno dopo essere stato narcotizzato durante un tentativo di cattura.

IL MINISTRO GALLETTI. «Io spero che lo stesso interesse che c'è stato su questo tema ci sia anche su altri temi che riguardano l'ambiente e vorrei che l'attenzione fosse sempre alta come in questo caso: in estate abbiamo affrontato temi drammatici che riguardano l'ambiente, come il dissesto idrogeologico, che hanno provocato sei morti». Lo ha detto il ministro dell'ambiente, Gian Luca Galletti, parlando dell'uccisione dell'orsa Daniza. «Abbiamo chiesto spiegazioni alla Provincia autonoma di Trento - ha aggiunto - saremo molto inflessibili nell'analisi di quanto successo. Finita l'emotività di questi giorni, però, sia chiaro a tutti che il problema resta. Io mi sto concentrando particolarmente sul problema del dissesto idrogeologico, vorrei che tutti insieme continuassimo con questa grandissima attenzione».

I DUE CUCCIOLI DI NUOVO ASSIEME. La Provincia in una nota informa che «come ha potuto accertare il personale forestale, tramite avvistamento diretto, i due cuccioli dell’orsa Daniza si sono riuniti e vengono monitorati in queste ore in maniera continuativa mediante la radiotelemetria».

LA LAV CHIEDE IL SEQUESTRO DEI CUCCIOLI. La Lav ha depositato oggi in Procura a Trento un'istanza per il sequestro preventivo dei cuccioli dell'orsa Daniza, «in modo da trasportarli in una struttura adeguata per garantire la loro sopravvivenza». Gli esponenti nazionali della Lav, che oggi a Trento hanno incontrato i responsabili del Servizio fauna e foreste della Provincia, si dicono molto preoccupati per il futuro dei cuccioli di Daniza in vista della stagione del letargo e chiedono un monitoraggio continuo e un bollettino periodico sulle loro condizioni.

L'AUTOPSIA. I risultati dell'autopsia di Daniza saranno disponibili solo tra qualche giorno. Lo comunica la Provincia autonoma di Trento che ha disposto l'esame autoptico dell'orsa morta nella fase di cattura, che è stato eseguito - precisa una nota - da un istituto indipendente alla presenza delle autorità giudiziarie competenti. Riguardo ad un presunto stress subito dall'orsa a causa delle operazioni di cattura, la Provincia sottolinea che «non è mai stato messo in atto alcun tipo di inseguimento. Daniza era infatti monitorata a distanza e si sono attese le condizioni più sicure per agire senza che si siano condizionati i suoi spostamenti».

ROSSI: "SE RESPONSABILITA' PENALI, MI DIMETTO". «Se ci fosse accertamento di un qualche tipo di responsabilità mi dimetterei? Ci mancherebbe altro, è ben evidente. Se c’è un profilo di carattere penale nell’assolvimento delle proprie funzioni noi siamo abituati in questo senso». Lo ha detto il governatore Ugo Rossi ai microfoni di Radio 24 parlando della morte di Daniza. «Evidentemente - ha aggiunto - se gli organi, in questo caso la Procura della Repubblica e poi un tribunale, dovesse individuare delle responsabilità, io sono pronto ad assumermele in prima persona ma difendendo l’operato di tutti coloro che in questi anni hanno lavorato, unici in Italia e unici in Europa, per sviluppare la popolazione dell’orso, per aumentarla, in un progetto che è di grande rigore scientifico».

IL MINISTRO CHIEDE CHIARIMENTI. Il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha «già inviato alla Provincia di Trento la richiesta di una relazione sull'accaduto» in relazione alla morte della orsa Daniza «per chiarire la dinamica dei fatti e chiedendo misure affinchè episodi come questo non si ripetano più». «La morte di un'esemplare di un orso - afferma Galletti - è sempre una sconfitta. Ora pensiamo a seguire e tutelare i due cuccioli». Galletti definisce «davvero una brutta notizia» la morte di Daniza. «La morte di un esemplare di orso è sempre una sconfitta, a prescindere dalla responsabilità» afferma il ministro. Daniza era un'orsa che il ministero seguiva da anni essendo una delle prime inserite nel progetto di ripopolamento. «Ma a questo punto - rileva il ministro - fermi restando i chiarimenti da acquisire sulla morte dell'orsa, mi preme la sorte dei due cuccioli, uno dei quali non è stato ancora munito di radiocollare. Vanno seguiti e protetti per garantirne il costante benessere e consentire loro di diventare adulti». Ad avviso del ministro, «vanno adottate le migliori soluzioni per l'intera popolazione di orsi di Trentino, Veneto, Lombardia e Friuli. Facciamo in modo che quanto accaduto - conclude Galletti - ci serva da insegnamento per il futuro».

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IL CORPO FORESTALE AVVIA UN'INCHIESTA. Il Corpo forestale dello Stato ha aperto un’indagine d’iniziativa a seguito della morte dell’Orsa Daniza che non è sopravvissuta alla narcosi disposta dalla Provincia Autonoma di Trento. Lo rende noto la Forestale in un comunicato. In queste ore personale del Corpo sta acquisendo documentazione e informazioni presso la stessa amministrazione provinciale e le altre autorità statali e locali coinvolte. Una squadra altamente specializzata in questo tipo di indagini è stata inviata dall’Ispettorato Generale su disposizione del Capo del Corpo per supportare l’attività investigativa dei reparti territoriali.

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LE REAZIONI. «Con la morte dell'orsa Daniza lo schifo e la vergogna sono stati raggiunti. Contro la mamma orsa si è costruito un accanimento da parte delle istituzioni che hanno portato alla sua morte e per questi motivi ritengo che la procura, sulla base del nostro esposto già presentato, debba aprire immediatamente un'inchiesta penale». Lo afferma il co-portavoce nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. «È morta per mano delle istituzioni un'orsa che voleva difendere i propri cuccioli dal pericolo e ora anche i piccoli cuccioli sono in pericolo di vita senza la protezione della loro mamma. Chi doveva difendere l'orsa, ovvero il ministero dell'Ambiente - prosegue Bonelli - ha assunto una posizione indecente e fuori dall'ordinamento giuridico italiano. I boschi non sono degli zoo e un bosco senza animali sarebbe come una città senza umani e da questi atti purtroppo e drammaticamente si misura anche il grado di non civiltà della nostra società».

«Ciò che è accaduto all'orsa Daniza non è un incidente nè un fatto casuale: è un animalicidio in pieno regola. Nei giorni e nelle settimane passate avevamo più volte chiesto di lasciare in pace l'animale, arrivando a diffidare le autorità locali: questo è il risultato della caccia alle streghe, del clima di terrore scatenato contro il povero plantigrado». Lo dichiara la presidente dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa), Carla Rocchi, che preannuncia una mobilitazione legale da parte dell'associazione. «Insieme alle centinaia di migliaia di cittadini che si sono schierati con noi a difesa di Daniza - prosegue Rocchi - consideriamo responsabili di questa morte tutte le autorità che hanno fatto del terrorismo psicologico contro l'orso: in primis la Provincia di Trento e gli amministratori locali ed i politici locali che hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche coloro i quali hanno materialmente eseguito l'intervento di telenarcosi. Al riguardo chiediamo di sapere se tale intervento sia stato posto in essere da personale medico-veterinario e se siano state rispettate tutti i protocolli veterinari». Inoltre, l'Enpa si chiede quale ruolo abbia giocato il ministero dell'Ambiente in questa vicenda «visto che si è dimostrato incapace di tutelare l'animale». Per questo l'associazione chiede le dimissioni immediate del ministro. «Chi a vario titolo è coinvolto nell'animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni tranquilli - aggiunge la presidente dell'Enpa - questo per noi e per tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell'orsa è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finchè Daniza non avrà giustizia».

Dimissioni immediate del governatore Ugo Rossi vengono chieste dal segretario trentino della Lega Maurizio Fugatti. "La morte di Daniza perché non avrebbe retto la dose di anestesia iniettata durante il tentativo di cattura, dimostra tutta l'incapacità gestionale del progetto Life Ursus da parte della Provincia Autonoma di Trento.  Noi siamo stati i primi a chiedere la cattura dell'orso dopo l'aggressione di Pinzolo; oggi, dopo quasi un mese dall'incidente, l'orso viene ucciso a causa di una anestesia troppo pesante eseguita dal Corpo Forestale. Da parte nostra siamo dispiaciuti della morte di Daniza, ma allo stesso tempo crediamo che le responsabilità per come si sono svolti tragicamente i fatti, vadano addossate ad una giunta provinciale che non è oggi in grado nemmeno di catturare un orso munito di radiocollare senza ucciderlo.  Vista la gestione imbarazzante e la mancanza di professionalità dimostrata sin dall'inizio nel gestire le proprie competenze da parte della giunta provinciale, con tutte le ripercussioni negative che avrà il Trentino sotto il profilo dell'immagine e dell'impatto turistico per i prossimi anni, crediamo che il presidente Rossi debba rassegnare le dimissioni per incapacità e incompetenza manifesta".

DOPPIO ESPOSTO IN PROCURA. Sia la Lav (VIDEO) che il Codacons annunciano un esposto alla Procura della Repubblica di Trento e al Corpo forestale dello Stato. «È un episodio molto grave - sostiene il Codacons in una nota - sul quale le autorità competenti devono fare massima chiarezza. Per tale motivo presentiamo oggi un esposto alla Procura di Trento e al Corpo forestale, affinchè sia aperta un'apposita indagine volta a verificare i fatti e le responsabilità dell'accaduto, alla luce delle fattispecie di maltrattamento di animali e uccisione senza motivo reale, e per la violazione della normativa nazionale e internazionale a tutela dell'Orso Bruno, della Legge quadro dell'11 febbraio 1992 n. 157, della Convenzione di Berna e della Direttiva comunitaria 92/43/Cee (Direttiva Habitat) recepita dall'Italia con DPR 8 settembre 1997 n. 357, oltre che del Pacobace, Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso bruno, cui la Provincia di Trento aderisce».

MATURI: SONO STATO MINACCIATO. Non vuole commentare la morte dell'orsa Daniele Maturi, il cercatore di funghi aggredito ad agosto: "Sulla morte dell'orsa Daniza non voglio dire niente, dovete capire il mio stato d'animo, ormai da tempo ricevo continue minacce su Internet", ha detto Daniele Maturi. È stato in seguito a questo episodio che la Provincia autonoma di Trento ha emanato un'ordinanza per la cattura di Daniza cui seguì la protesta di alcuni gruppi di animalisti sfociata in varie manifestazioni fra cui l'occupazione della sede della Provincia a Trento e un corteo a Pinzolo. Nel corso di quest'ultima manifestazione si erano verificati momenti di tensione con un gruppo di abitanti favorevoli alla cattura dell'orso e solidali con il loro compaesano aggredito, accusato da alcuni animalisti di avere ingigantito l'episodio dell'incontro con l'orso. Accuse che l'uomo ha sempre respinto difendendo la versione dei fatti subito fornita.

IL SINDACO DI CORTINA: VENITE DA NOI. «Venite in vacanza nelle Dolomiti Bellunesi, noi non uccidiamo le mamme orse»: è la frase postata stasera su Facebook dal sindaco sospeso di Cortina Andrea Franceschi dopo la morte dell'orsa in Trentino. La polemica sull'intervento costato la vita a Daniza rischia di coinvolgere anche le rivalità turistiche tra le due regioni confinanti. Oltre un centinaio i cortinesi che hanno espresso la loro condivisione in rete per la posizione espressa da Franceschi.

L'ULTIMA ESCURSIONE. Soltanto due notti fa Daniza era scesa verso valle assieme ai suoi due cuccioli facendo un'incursione in una stalla della Val di Borzago, di proprietà di Luciano Pellizzari, a quattro chilometri dall’abitato di Spiazzo. Luciano Pellizzari nel periodo estivo-autunnale è nella sua “casa da monte” raggiungibile da una comoda strada asfaltata e composta dall’edificio d’abitazione e con vicino una solida costruzione destinata a stalla delle pecore.

Tutti i segreti della cattura di Daniza

L’edificio si trova a valle della strada che conduce ai piedi del Carè Alto e nelle vicinanze delle Baite di Prà, un locale agrituristico in prossimità del rio Bedù, all’imbocco del Parco Naturale Adamello Brenta. «La notte tra martedì e mercoledì - ha raccontato lo stesso Luciano Pellizzari ad un amico - ho sentito un gran fracasso proveniente dalla stalla». Pensando alla volpe è uscito di casa, ha acceso la luce esterna e, nel cuore della notte, si è diretto verso la stalla.

«Con grande sorpresa - ha proseguito Luciano - ho visto che la porta che chiude la stalla non c’era più, era stata abbattuta. Sono entrato nella stalla e contemporaneamente ho visto i cuccioli d’orso uscire. Mentre entravo mi sono trovato di fronte l’orsa che si è alzata sulla zampe posteriori e faceva versi contro di me cercando di ferirmi con le zampe anteriori. Non era per nulla intimorita, l’animale non aveva nessuna paura di me e non accennava a voler scappar fuori». Chi si è impaurito, e non poco, è stato Luciano Pellizzari che preso dalla paura e considerando che lassù il cellulare non riceve, è montato in macchina e si è precipitato in paese. Ripreso coraggio è ritornato in Val di Borzago, l’orsa e i cuccioli si erano allontanati ma nella stalla c’erano otto pecore morte.

La scorsa settimana l’orsa Daniza con i cuccioli era a Caderzone Terme, dove ha ucciso le pecore, lasciato gli escrementi in giardino e le sue impronte sono rimaste anche sulla scala della casa. Poi a Bocenago ha ucciso una capra e il proprietario, andato il giorno successivo a spostare l’asino e recuperare il collare della capra, si è trovato l’orsa a meno di trecento metri. Una convivenza che, anche dopo l’aggressione di Ferragosto sta diventando sempre più difficile.













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