Dana, cassa integrazione in vista per 400 operai

Per Pira e Mattioli (Rsu Cobas) il comportamento dell’azienda è antisindacale «Fatturati alle stelle ed estate di supersfruttamento per i lavoratori: ora la beffa»



ARCO. La Dana spa festeggia questo fine settimana il cinquantennio della fondazione dello stabilimento di Arco con l’apertura della fabbrica alla cittadinanza e alle autorità. Ma per Sebastiano Pira e Sergio Mattioli, della Rsu Slai Cobas, i lavoratori non hanno nulla da festeggiare. «Mentre fatturato e profitti della Dana sono in costante crescita nell’arco dell’ultimo triennio – scrivono Pira e Mattioli – puntuale a fine estate arriva la cassa integrazione ordinaria. Il verbale dell’incontro tra la direzione aziendale e la componente Fiom della Rsu, che accompagna la procedura di avvio della richiesta all’Inps della cassa integrazione per i 400 operai di Arco, è stato infatti firmato lunedì 8 ottobre. A quest’incontro non erano presenti i componenti Rsu Slai Cobas che, dissentendo dalle modalità con cui la Dana è arrivata a prendere questa decisione, non sono stati convocati in violazione delle norme vigenti. Come Slai Cobas ci chiediamo come sia possibile che, puntualmente, anche quest’anno, nonostante volino fatturato e profitti, dopo i primi 8 mesi dell’anno di intensa attività produttiva, con ritmi sempre più elevanti, permessi e ferie concessi con il contagocce, si arrivi alla fine del mese di settembre con la richiesta della Cassa Integrazione. Il dubbio è che, ancora una volta, mentre si procede a creare un clima di paura e di ricatto attraverso miriadi di contestazioni e sanzioni disciplinari al fine di assicurarsi le condizioni per uno sfruttamento intensivo della forza lavoro, si vogliano scaricare sui lavoratori e sulle finanze pubbliche quelli che sono i consueti rischi a carico dell’imprenditore relativi ad un andamento stagionale e congiunturale degli ordinativi, in particolare relativi al macchinari per l’edilizia, largamente prevedibile. Come Slai Cobas intendiamo mettere subito le mani avanti per fare il possibile affinchè la Dana, ancora una volta con la docile accondiscendenza della Fiom, non possa procedere nel 2013 con le stesse modalità, prima supersfruttamento e poi cassa integrazione. Intendiamo anche mandare un esposto all’ispettorato del lavoro perché avvii un indagine sulla legittimità di tale richiesta anche a causa del carattere antisindacale rivestito da una procedura che ha illegittimamente escluso i membri della Rsu Slai Cobas. Certo sappiamo che sarà difficile che l’ente pubblico provveda ad avanzare richieste risarcitorie nei confronti della Dana per una Cassa Integrazione concessa con leggerezza, questo in un contesto, come quello provinciale, in cui non solo si continuano a regalare soldi pubblici alla Dana e alla sua filiera, come risulta dagli ultimi 600mila euro di contributi deliberati il 19 settembre, ma si invita caldamente, come ha fatto il governatore Dellai nei primi giorni del maggio scorso, la Guardia di finanza a non esagerare con i controlli».

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