Dal progetto Arcobaleno un acquedotto per il Nepal

Dalla Valle di Cembra a Bremang, i volontari hanno portato l’acqua nelle case I contatti nati con Sange, tornato al suo paese. Ora si vuole costruire una scuola


di Ilaria Pedri


VALLE DI CEMBRA. Un arcobaleno che non compare dopo una pioggia ma che ha portato l´acqua corrente in 2 villaggi nella ragione dell´Helambu, nel Nepal. “Arcobaleno” è il nome del progetto, formato non da 7 colori ma da 5 amici (Giuseppe, Mariano, Gabriele, Danilo e Sange) che quest´anno sono diventati 7 (Gustavo e Alessandro). Sono loro i protagonisti della storia che si svolge nel piccolo villaggio di Bremang, 17 case e un piccolo tempio e nel minuscolo villaggio di Kahser, 7 case e un piccolo tempio. Un progetto di solidarietà che si sta ampliando di anno in anno: nel 2012 è stato costruito un presidio sanitario a servizio di più villaggi e dal 2010 è garantita l´istruzione a tutti i bambini di Bremang.

Spiega Mariano Casagrande, geometra di Segonzano e uno dei partecipanti al progetto: «Anni fa Giuseppe ha conosciuto Sange, che lavorava stagionalmente in una malga in Valmaggiore. L´amicizia è continuata negli anni successivi e nel 2009 Giuseppe è andato a trovare Sange al suo villaggio nativo, a Bremang: è rimasto colpito dal fatto che gli abitanti, per rifornirsi d´acqua, si servissero di una vasca in cemento posta sopra il villaggio e che fossero i bambini, prima e dopo la scuola (scuola che raggiungono dopo 2 ore di cammino), a dover sbrigare questa incombenza. Io invece avevo conosciuto Sange nel 2006, tramite Giuseppe, in occasione di un trekking in Nepal». «Giuseppe, di ritorno dal viaggio, mi ha proposto di trovare un modo per rifare almeno la vasca dell´acqua. Non era possibile realizzarla in cemento e calcestruzzo, così abbiamo pensato di utilizzare delle vasche che avevo visto a Kathmandu. Costo complessivo 600 euro. Il progetto è stato realizzato a marzo 2010, con alcune difficoltà, perché anche reperire gli attrezzi più semplici è stata un´impresa. Ci siamo arrangiati con chiavi inglesi, delle seghette e dei coltellini svizzeri. Avevamo però una gran voglia di fare e tutti gli abitanti del villaggio ci hanno aiutato e sostenuto. 8 giorni e tutte le case avevano l´acqua: le abbiano dotate di un rubinetto esterno. Infine abbiamo deciso di fornire l´acqua anche alle case che erano poste sopra le 2 vasche: scavando fino alla sorgente, e lottando contro il tempo, ci siamo riusciti», spiega ancora Casagrande.

«Ci siamo anche impegnati affinché i 12 bambini del villaggio possano ricevere un’istruzione: paghiamo le loro tasse scolastiche e forniamo loro del materiale di cancelleria. È stato avviato anche un gemellaggio con la scuola primaria di Segonzano che, con la cooperativa “Il Sorriso” raccoglie fondi per gli amici nepalesi». Nel 2012, a gennaio, viene inaugurato il presidio medico. E quest´anno, a ottobre, l´acquedotto nel villaggio dirimpettaio di Bremang, Khaser. A maggio Giuseppe e Gabriele si sono recati a fare un sopralluogo e a ottobre, Mariano, Giuseppe, Danilo e 2 idraulici, Gustavo e Alessandro hanno realizzato l´opera. Portandosi però dall´Italia tutto il necessario. Nonostante il maltempo, hanno portato a termine gli obiettivi prefissati e hanno deciso di impegnarsi a sostenere l´istruzione dei 3 bambini di Khaser. «Era una questione di giustizia -afferma Mariano - e voglio sottolineare un aspetto che mi ha particolarmente commosso: con la costruzione dei 2 acquedotti siamo riusciti a smorzare la rivalità tra i due villaggi e anche delle rivalità interne ai villaggi stessi». Altri obiettivi per questo Arcobaleno? «Oltre a portare avanti quello che abbiamo cominciato, vorremmo costruire un edificio scolastico per i bambini di Bolgauh: la struttura è fatiscente. Questo progetto è più costoso dei precedenti, impiegheremo più tempo per portarlo a termine ma tante persone e tanti amici finora hanno creduto in noi e ci aiutatano».













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