Dal legno di Vaia una fibra ecologica che sfida il futuro 

Ricerca. Ieri giornata conclusiva di “A come... legno”, che all’esordio ha contato 18mila ingressi  Presentato un progetto che potrà avere importanti ricadute nel settore del packaging


Carlo Bridi


Trento. La grande manifestazione organizzata dagli artigiani del Trentino a Trento sud, “A come... legno”, in occasione dell’anniversario della tempesta “Vaia”(che ha letteralmente messo a terra migliaia di ettari di foresta creando un ammasso di legname schiantato di 4 milioni di metri cubi di legame) aveva ieri in calendario anche un interessante convegno sulle novità della ricerca nella valorizzazione del legno. Il convegno è stato uno dei punti forti della giornata conclusiva di un evento che all’esordio ha collezionato 18mila presenze.

Portando il saluto il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, ha sottolineato l’importanza della ricerca saldamente ancorata anche alla soluzione dei problemi contingenti com’è quello dell’enorme quantità di legname da smaltire e da valorizzare come conseguenza della tempesta Vaia. Le risposte che la ricerca sta dando sono molto interessanti, il tema dell’estrazione della fibra dal legno va in questa direzione.

Nel convegno –svoltosi ieri- e organizzato all’interno del tendone, sono stati presentati i risultati a cui è giunta la ricerca a cura del Cnr-Ivalsa, con Martino Negri, Francesca Bini della Pefc, con i partner del progetto Agriduemila e codipra rappresentati dal direttore Andrea Berti e da Centro Assistenza alle Imprese di Coldiretti rappresentato dal presidente regionale Gabriele Calliari e provinciale Gianluca Barbacovi.

Il progetto di ricerca sulla fibra nell’agri-selvicoltura fa parte del progetto T.A.F. 17”Talented” Trentino Agricolture- Forestry finanziato dall’Unione europea, che mira all’agricoltura sostenibile. Il tema è di notevole importanza non solo per l’immediato: valorizzazione del legname in seguito a Vaia, ma anche il futuro visto che in Trentino la superficie coperta da boschi e pascoli rappresenta l’89% dell’intera superficie e le colture agrarie solo il 5,4%. Dal canto suo Berti ha sottolineato come questo progetto sia a forte sostenibilità ambientale perché produrre la fibra da legno ha molto meno impatto ambientale che da altri materiali. Ma non solo - si può arrivare a pensare di produrre una serie di materiali che vanno a sostituire la plastica oltre che il cotone. «Dobbiamo puntare a un mondo libero dalla plastica - ha esordito Negri -. La produzione di tessuti da origine forestale consuma un terzo di energia e 60 volte meno acqua. Con la fibra da cellulosa si possono produrre materiali “nobili” quali ad esempio fibre per tessuti, e innovativi packaging dei prodotti. Il know-how tecnologico attualmente a disposizione e la sempre maggiore attenzione del legislatore su questi temi che portano alla limitazione dell’utilizzo di materie plastiche e il contesto trentino sono la scenario ideale per il progetto T.A.F/17 che punta anche a rafforzare il collegamento tra il mondo produttivo, la ricerca e l’innovazione nel settore agroforestale».

«Le fibre del legno, opportunamente trattate, sia in purezza che con altre fibre o materiali. Creano prodotti performanti», ha quindi concluso Negri.















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