Crisi durissima: Fiorito al tappeto

Oggi l’incontro per la cassa integrazione dei settanta dipendenti dell’impresa edile roveretana



ROVERETO. L’intero settore edile bloccato o quasi, in un momento in cui chi ha soldi in tasca ben si guarda dallo spenderli. I ritardi di pagamento da parte degli enti pubblici. Le difficoltà di ottenere credito da un settore bancario che in questa fase critica non si assume nemmeno il minimo rischio. Il calo drastico degli appalti da parte di amministrazioni alle prese con il calo delle risorse.

Le gravi difficoltà che sta attraversando la Fiorito Costruzioni sono figlie di un po’ tutto questo, specchietto di tornasole dei mille modi in cui la crisi quasi mondiale, ma certamente italiana, morde la vita delle persone e delle imprese in questi anni.

Mercoledì la dirigenza ha incontrato i sindacati - Jovani Adnand per la Uil, Franco Bebber per la Cisl e Pasquale Del Prete per la Cgil - ed ha tracciato il quadro della situazione. Delineandola come complessa e molto delicata, anche se non drammatica. In altre parole, l’azienda sarebbe in apnea, colpita da una grave crisi di liquidità, ma non in condizioni tali da far ancora temere per la sua tenuta.

E’ il quadro che i sindacalisti hanno presentato ieri alle 16 all’assemblea dei lavoratori della Fiorito: una settantina di persone tra operai (45 solo gli iscritti alla Cassa Edile) e personale amministrativo. Dipendenti che dall’aprile scorso ricevono gli stipendi con grossi ritardi. Le soluzioni individuate da azienda e sindacato sono due. L’impresa ha nominato un liquidatore interno, incaricato di procedere al completamento dei cantieri già aperti e a verificare l’entità dei crediti che la ditta Fiorito può vantare nei confronti delle amministrazioni comunali e della Provincia di Trento. In questo modo si cercherà di recuperare tutta la liquidità possibile o magari di utilizzare il monte crediti, una volta «certificato», per avere un accesso meno difficoltoso al finanziamento da parte degli istituti bancari. Sperando che le iniziative promesse dal governo e dalla provincia proprio per velocizzare il pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni e dare una mano alle imprese in crisi si concretizzino prima che la crisi sia superata o le imprese definitivamente morte.

Ma si tratta di un’iniziativa «di resistenza» e che difficilmente potrà dare risultati concreti in tempi brevi. Per i lavoratori e la loro necessità di far tornare i conti a fine mese, la proposta, accettata dall’assemblea, è stata quella della cassa integrazione straordinaria. In breve, tutti - o quasi - a casa in attesa che il mercato si sblocchi o almeno che l’azienda superi la fase più acuta della crisi di liquidità.

E’ la proposta che già oggi i sindacati porteranno al Servizio Lavoro di Trento, in un incontro nel quale saranno definiti anche i dettagli: numero dei dipendenti interessati, modalità dell’intervento richiesto e periodo ipotizzato.

Tra pochi giorni poi, quando saranno definiti dal liquidatore i crediti che l’azienda vanta nei confronti degli enti pubblici, i responsabili dell’azienda e i rappresentanti dei lavoratori valuteranno la possibilità di eventuali piani di pagamento da proporre ai dipendenti. (l.m.)













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