Corsa a rettore, Pascuzzi disponibile

Il professore presenta il suo libro: «Lo faccio se me lo chiedono i colleghi, ma non etichettatemi come antidellaiano»


di Luca Pianesi


TRENTO. «Lo faccio solo se me lo chiedono i miei colleghi». E subito tra il pubblico sono cominciati a circolare i primi commenti: «Se lo facesse, io gli metterei a disposizione tutti i miei contatti». E qualcuno più diretto: «Vanni deve candidarsi, non ci son storie». Entro il 14 gennaio si dovranno formalizzare le candidature a rettore dell’Università di Trento e una buona fetta dell’ateneo sta sperando che l’ex prorettore Giovanni Pascuzzi, docente di diritto privato comparato, faccia il grande passo e sciolga le riserve. A contare su di lui una gran parte dell’apparto docente e del personale tecnico e amministrativo deluso dall’ultimo mandato del rettore uscente Davide Bassi. E ieri, alla presentazione del libro di Pascuzzi, «Università: diario di una svolta autoritaria - La provincializzazione dell'ateneo di Trento», erano presenti molti dei “frondisti” che nelle scorse settimane hanno preso parte agli Stati generali dell’Università. E c’era anche quel Silvano Grisenti che sabato scorso al PalaRotari, per il debutto del suo "Progetto Trentino", aveva chiamato Pascuzzi tra i relatori.

«È un diario – ha spiegato il professore intervistato dal direttore del Trentino, Alberto Faustini, da quello del Corriere del Trentino, Enrico Franco, da Laura Strada per il Tgr Rai, Ettore Paris, di Questotrentino, e Andrea Tomasi dell’Adige – dove racconto la storia della nascita dell’ultimo Statuto dell’ateneo e dove affronto il tema centrale dell’autonomia dell’Università. Con questo libro non voglio essere etichettato come anti dellaiano o contro la Provincia. Io sono grato per le risorse che quest’ultima, negli anni passati, ha messo in campo per finanziare conoscenza e cultura. Però, soprattutto in questa parte finale dei mandati sia di Bassi che del presidente Dellai, sono mancati partecipazione e discussione». Il riferimento di Pascuzzi è alla fase di approvazione delle linee guida e delle norme di attuazione del nuovo Statuto. Uno regolamento che ha di fatto escluso dalla partecipazione amministrativa dell’ateneo il personale tecnico, i dottorandi e i ricercatori ed ha creato un nuovo istituto, quello del Comitato per le candidature a rettore, definito da Pascuzzi «un ente assolutamente inutile». «Doveva servire – ha spiegato il professore - per andare a cercare i futuri rettori tra le figure illustri e illuminate provenienti da fuori ateneo. Ma la legge italiana non ammette che si possano escludere dalla candidatura i professori ordinari interni. Salta, quindi, la sua funzione perché non è stato cancellato l’istituto?». Il libro, nelle conclusioni finali, presenta una serie di riflessioni dove il professore spiega la sua “idea dell’Università” raccolta in sette punti. «Non è un programma elettorale – ha concluso Pascuzzi – io non voglio candidarmi a rettore. Però se me lo chiedono?».

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