Contro l’ictus alleanza Trento-Bolzano 

Al via il nuovo servizio interregionale di neuroradiologia su due sedi. Tecniche all’avanguardia per l’emorragia cerebrale


di Valeria Frangipane


TRENTO. Importante novità nel panorama clinico regionale per la cura dell’ictus e delle emorragie cerebrali. Il 16 maggio diventa operativo il nuovo reparto di Neuroradiologia, unico a livello regionale, che necessita di un bacino di un milione di utenti, presentato ieri a Bolzano dai vertici della sanità altoatesina e trentina. Il primario appena nominato, Benedetto Petralia, dovrà lavorare per mettere in piedi due differenti team che dovranno collaborare con Neurochirurgia, Radiologia (presente ieri il primario Giampietro Bonatti) e Neurologia. Soddisfatto del lavoro il direttore generale dell’Azienda sanitaria altoatesina Thomas Schael: «Si tratta di un progetto pilota che potrà fare da apripista nel resto d’Italia». «Fino ad oggi il nostro servizio - precisa Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria di Trento - era organizzato con un consulente che veniva da Verona. Abbiamo alcuni operatori che si stanno impratichendo, ma non siamo ancora in grado di dare una risposta h24 per 365 giorni all'anno». E adesso si cambia. Diversa la situazione di Bolzano dove da anni è attiva una Stroke Unit certificata tra le migliori d’Italia per il trattamento degli ictus ma dove, anche in questo caso, i pazienti da ora in poi potranno puntare su trattamenti endovascolari ultraspecialistici per contrastare in particolare l’emorragia cerebrale, evitando importanti interventi di Neurochirurgia. Si tratterà in estrema sintesi di intervenire con sonde inserite attraverso l'arteria di una gamba o di un braccio per trattare patologie vascolari del cervello, evitando di intervenire chirurgicamente.

Il servizio, istituito con delibere delle due giunte provinciali, è il frutto del lavoro delle équipe tecniche delle rispettive aziende sanitarie e della collaborazione tra i due assessori Martha Stocker e Luca Zeni.«Trento e Bolzano mettono a fattor comune professionisti ed esperienze per garantire una risposta adeguata, in termini qualitativi e di sicurezza, ad una patologia dove il fattore tempo gioca spesso un ruolo fondamentale. Si uniscono i bacini di utenza, con il conseguente aumento del volume di attività, per offrire ai cittadini ottimali livelli di assistenza e accrescere, attraverso una maggiore casistica, la professionalità del personale medico», ha detto Zeni. E Stocker: «Bene superare i confini per offrire il meglio ai pazienti. Bene la collaborazione con Trento che siamo pronti a rafforzare ma il Tirolo resta il nostro punto di riferimento». Il Servizio avrà due sedi operative: una al San Maurizio e una al S. Chiara. «Si tratta di riunire due team - precisa Petralia - due stili di lavoro e anche due diversi approcci, sviluppando un nuovo ed efficace gruppo di professionisti su due sedi. Per realizzare un'expertise e mantenere alte le diverse professionalità coinvolte è necessario un bacino di utenza di un milione di pazienti, con circa 200 interventi all'anno, che vanno dai trattamenti endovascolari a cervello e midollo spinale fino all'ictus». Petralia dal 1993 ha lavorato all'Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine dove ha instaurato e sviluppato la Neuroradiologia interventistica, e nell'ambito dei trattamenti mini-invasivi endovascolari di cervello e midollo spinale ha creato un centro di eccellenza. «Siamo riusciti a prenderci il migliore d’Italia», ha detto Schael.













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