«Condomini, impossibili i risparmi energetici»

I residenti di un complesso a Cles protestano contro la legge provinciale: «Favorisce con contributi chi ha la casa singola e può spendere certe cifre»


di Giacomo Eccher


CLES. Risparmio energetico sì, ma non per i condomini che risultano inspiegabilmente penalizzati, per non dire esclusi, dai benefici della legge del 27 dicembre 2011 numero 18 sul miglioramento energetico del patrimonio edilizio. A dirlo (e scriverlo, con destinatari in primis l'assessore all'edilizia Ugo Rossi e l'omologo di valle Lorenzo Ossanna) sono i condomini di un complesso residenziale nella periferia di Cles, che da tempo stavano valutando la possibilità di dotare lo stabile (otto appartamenti, la “nostra casa comune”, la definiscono) del cappotto esterno «per più sane condizioni di abitabilità e un consistente risparmio energetico».

Arrivare ad una decisione nei condomini non è mai facile e quando finalmente l'unanimità è stata raggiunta, ecco la doccia fredda della legge che ha negato la possibilità di accedere al contributo provinciale. La legge, infatti, prevede paletti che per un condominio normale sono di fatto insormontabili: il contributo vale solo per le singole unità abitative e di residenza principale del richiedente e la spesa minima per unità è di 10.000 euro. «Limitazioni che privilegiano chi ha casa singola o villetta unifamiliare e che mettono fuori gioco i condomini», affermano i firmatari della petizione a Rossi. Questo perché la legge non ammette domanda unica e unitaria come condominio e quindi a finanziamento unico come era nello spirito iniziale della normativa, che punta al risparmio energetico in senso lato per un miglioramento delle condizioni di abitabilità evitando una dispersione inutile di calore.

Il limite dei 10.000 euro ha poi l'effetto di tagliare fuori i proprietari di un piccolo appartamento, che questa spesa non la raggiunge, e quindi nega ai più bisognosi i 3.000 euro (il 30% della spesa ammessa) che rappresentano un aiuto fondamentale e un incoraggiamento a concorrere all'isolamento del fabbricato, che non può essere fatto a fette o a scacchiera.

L'ultima osservazione riguarda la prescrizione che deve trattarsi di prima casa e con obbligo di residenza. «In questo modo si penalizza chi, a fatica e risparmiando, è riuscito ad acquistare un appartamento in condominio pensando ai figli. Non essendo abitato, obbligano il proprietario a intestarlo al figlio per accedere al contributo, creando problemi di convivenza familiare quando i figli sono più di uno». Una complicazione per i condomini di Cles, che chiedono alla politica di rivedere la legge provinciale 18/2001, che ignora coloro che vivono in condominio, dove i muri costano meno, ma è anche minore il comfort e la qualità abitativa.

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