Concessione A22, Toninelli riapre 

«Via i ricorsi e si chiude». Kompatscher e Fugatti: «Ok se mantiene le promesse»



TRENTO. Sull’Autobrennero si fa sentire di nuovo il ministro Danilo Toninelli e lo fa dopo la ribellione dei soci pubblici, che hanno rifiutato la proposta di accordo spedita nei giorni scorsi, replicando con un documento in cui elencano questioni aperte per centinaia di milioni di euro. Secondo Toninelli però manca solo un «ultimo sforzo». Annuncia che l’obiettivo ora è chiudere il 5 marzo. Questa la nota del ministro: «Grazie al nostro impegno siamo pronti a mantenere la governance e i benefici orientati ai territori, e verranno offerti servizi e tariffe giuste per chi viaggia. Noi abbiamo fatto il possibile, c'è una intesa di massima su quasi tutti i punti. Ora sarebbe auspicabile che il futuro concessionario ritiri i ricorsi e riesca a liquidare i vecchi soci privati per chiudere il cerchio. Siamo pronti all'ultimo sforzo per tagliare questo importante traguardo entro il 5 marzo». I ricorsi sugli utili post scadenza della concessione, rivendicati dallo Stato, sono stati presentati dalla società Autobrennero e da numerosi soci locali (non dalla Provincia di Bolzano e dalla Regione). Un segnale potrebbe arrivare dai soci, ha dichiarato ieri il presidente trentino Maurizio Fugatti, «se il ministro attua quanto anticipato». Il presidente Arno Kompatscher risponde a Toninelli ribadendo «le proposte di modifica per garantire la raggiungibilità degli obiettivi: gestione nell’interesse dei cittadini, investimenti in sicurezza e miglioramento dell'infrastruttura, mitigazione degli effetti ambientali, finanziamento trasversale della rotaia».

È di sei pagine il documento firmato dai soci pubblici dell’A22 e inviato alla seduta tecnica del Cipe di giovedì, che ha segnalato la ripresa delle trattative con il ministero. Tra le novità discusse dai soci, un possibile ripensamento sulla costituzione della società BrennerCorridor, con sede a Bolzano. L’autostrada potrebbe essere gestita dall’attuale società con sede a Trento, a patto che vengano appunto liquidati i soci privati.

Le criticità elencate al Cipe riguardano, sottolinea il documento dei soci, il Fondo Ferrovia, le opere di miglioramento della viabilità ordinaria, la liquidazione dei soci privati, la governance della società concessionaria, la destinazione degli utili alla realizzazione del tunnel del Brennero, l’accantonamento per il valore di subentro. Il fondo ferrovia ammonta a 720 milioni. Secondo i soci, l’accordo di cooperazione dovrà prevedere un procedimento d’ufficio dell’amministrazione centrale per il trasferimento del fondo al bilancio dello Stato. Altro nodo, gli 800 milioni per opere di miglioramento della viabilità ordinaria (tra cui il nodo di via Einstein a Bolzano): i soci insistono, la finanziabilità va prevista attraverso l’ammissione nella tariffa (la proposta del governo non scioglie l’incertezza). Liquidazione dei soci privati: per funzionare, la newco BrennerCorridor dovrebbe essere capitalizzata ben oltre l’attuale milione di euro. L’ipotesi di una suddivisione straordinaria degli utili tra i soci di Autobrennero con 450 milioni di euro viene guardata con criticità.













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