Con la crisi di governo deleghe e A22 al palo

Personale della giustizia, la norma era pronta per il consiglio dei ministri Stop per appalti e agenzie fiscali. Concessione autostradale, slittano i tempi


di Chiara Bert


TRENTO. La vittoria del no al referendum costituzionale ha travolto il governo Renzi e ora, tra le tante partite che rischiano di saltare - dalla riforma della giustizia, dalla legge Madia alla riforma del collocamento dentro il Jobs Act - c’è anche la partita delle nuove deleghe che la Provincia di Trento, in molti casi insieme a quella di Bolzano, attendeva dallo Stato.

Nuove competenze. Portata a casa soltanto due settimane fa la norma di attuazione sulla caccia, le Province di Trento e di Bolzano attendevano nel giro di qualche settimana anche la delega sul personale amministrativo della giustizia, una delega da 15 milioni di euro che prevede il passaggio alla Regione di circa 400 dipendenti non togati del servizio giustizia in Trentino Alto Adige, mentre resterebbero allo Stato soltanto i magistrati e i due vertici amministrativi di Trento e Bolzano. La norma, dopo anni di discussioni e trattative con il governo, era passata in Commissione dei 12 a fine giugno e ragionevolmente si pensava che potesse diventare operativa con il 1° gennaio 2017. Ora tutto si è fermato, «e il percorso - ammette il presidente della Commissione dei 12 Lorenzo Dellai - si fa più complicato»: «Teoricamente la norma potrebbe ancora essere calendarizzata in consiglio dei ministri», ma nel caos che si respira in queste ore a Roma questa prospettiva appare decisamente remota.

Al palo restano anche altre norme di attuazione attese da Trento: quella sugli appalti, che necessitava ancora di qualche affinamento, e a maggior ragione quella sulle agenzie fiscali, che si trova ad uno stadio più arretrato. Trasmessa alla Commissione dei 12 c’è poi la norma sulla finanza regionale e provinciale, che però presuppone un’istruttoria ancora da fare con un governo nel pieno dei suoi poteri che attualmente non c’è più. Per non dire di altre partite - dall’ambiente al concorso ad hoc per i precari della scuola - che la Provincia aveva messo sul tavolo, nel secondo caso avviando di recente un interlocuzione con la ministra dell’istruzione Stefania Giannini. Tutto stoppato dalla sconfitta del governo al referendum, che congela anche la contestata norma sulla toponomastica attesa dalla Provincia di Bolzano.

Concessione A22. C’è poi il capitolo, non meno importante, della concessione A22. Il protocollo d’intesa siglato il 14 gennaio 2016 con il Ministero dei trasporti guidato da Graziano Delrio prevedeva entro un anno la conclusione dell’iter e la stipula della concessione passando per l'acquisto delle quote dei soci privati per fare dell'Autobrennero una società pubblica al 100%. Il prossimo passo da compiere riguarda la definizione del piano economico-finanziario, e solo a quel punto sarebbe partito l’iter per arrivare a staccare la concessione, che prevede passaggi al Cipe, nelle commissioni parlamentari e infine un decreto interministeriale. Passaggi che richiedono mesi e che con la crisi di governo aperta rischiano di slittare, nella migliore delle ipotesi che circola negli ambienti di via Berlino - di almeno 7-8 mesi. Tanto più che ad oggi il quadro resta nebuloso: non si sa ancora se si andrà ad elezioni anticipate nel giro di qualche mese, ma se si votasse a primavera difficile avere un nuovo interlocutore operativo prima dell’estate; se invece i tempi del nuovo governo incaricato di accompagnare la nuova legge elettorale si allungassero, bisognerà capire se un esecutivo non politico avrà tra le priorità la nuova concessione.

Legge di stabilità e sblocco degli avanzi trentini. Già oggi intanto è atteso il voto al Senato sulla legge di stabilità, che prima del referendum era stata approvata solo alla Camera. Il presidente della Repubblica Mattarella ha congelato le dimissioni del premier Renzi proprio per garantire l’approvazione della manovra finanziaria, su cui il governo è intenzionato a porre la fiducia. «Improbabile a questo punto - osserva Dellai - che possa cambiare il testo approvato alla Camera». L’emendamento che sblocca gli avanzi di bilancio di Provincia e Comuni (70 milioni nel 2017 e 50 milioni all’anno dal 2018 al 2030) dovrebbe essere salvo.

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