il caso

Comunità di valle, vacilla la riforma

Il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune di Vallarsa e solleva dubbi di legittimità. Atti alla Consulta



VALLARSA. E’ una bomba che mina le fondamenta su cui poggiano le Comunità di valle l’ordinanza con cui il Consiglio di Stato accoglie il ricorso del Comune di Vallarsa contro le gestioni associate. Una sentenza, quella dei giudici amministrativi, che mette in dubbio la legittimità costituzionale delle Comunità. Ora a decidere dovrà essere la Corte Costituzionale. Tutto è iniziato nel novembre 2012 quando Geremia Gios, sindaco di Vallarsa, aveva fatto ricorso al presidente della Repubblica. La richiesta era quella di annullare la delibera provinciale numero 1449, l’atto con cui la giunta provinciale stabilisce che i Comuni sotto i 10 mila abitanti debbano gestire in forma associata, mediante le Comunità di valle, servizi in materia di entrate-tributi, contratti e appalti di lavori, forniture e servizi ed informatica. Convinto che per il suo Comune le gestioni associate avrebbe portato un aumento dei costi e della burocrazia e a una riduzione dell’efficacia dell’azione amministrativa - l’esatto opposto della ragione per cui la Provincia ha pensato di affidarle alle Comunità - Gios aveva chiesto l’intervento di Giorgio Napolitano.

La Provincia aveva fatto richiesta di trasposizione e così il ricorso era approdato al Tar. A fine settembre i giudici amministrativi avevano rigettato il ricorso di Vallarsa, pronunciandosi a favore della legittimità delle gestioni associate obbligatorie nelle Comunità di Valle. La sentenza non era piaciuta al sindaco che aveva portato il ricorso al Consiglio di Stato. I giudici amministrativi di secondo grado, con un’ordinanza depositata ieri, danno ragione a Vallarsa. Nel documento il Consiglio di Stato riconosce «la rilevanza e la non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale» sollevata dal Comune e afferma che «i Comuni sono titolari “naturali” delle funzioni amministrative a livello locale, stante l’articolo 118 della Costituzione, e non si comprende una radicale sottrazione di competenze rilevanti a favore di altro ente di nuova istituzione non previsto dalla Costituzione, dallo Statuto della Regione o da decreti di attuazione di questo ultimo».

Inoltre l’ordinanza del Consiglio di Stato solleva una questione molto delicata: quella dei rapporti tra Provincia e Regione. Infatti è scritto «il collegio deve rilevare che la scelta - che innegabilmente ha modificato l’ordinamento comunale con la drastica sottrazione di competenze di natura rilevante - rientrava nell’ambito delle competenze legislative della Regione e non della Provincia». Ora l’esame delle questioni sollevate dal Consiglio di Stato passa ora all’esame della Corte Costituzionale. Toccherà alla Consulta stabilire se la riforma provinciale che ha dato vita alle Comunità di valle (in particolare il capo V della legge provinciale del 16 giugno 2006) è legittima o meno.













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