Comuni spendaccioni, ecco la classifica

Sagron Mis, Siror e Tonadico sforano di oltre il 57% la spesa standard, l’amministrazione di Montagne è la più virtuosa



TRENTO. Comuni virtuosi, Patto di stabilità, scostamenti dalla spesa standard: termini ormai abituali della cronaca quotidiana ai tempi della crisi. Ma l’elenco contenuto in una delibera approvata venerdì scorso dalla giunta provinciale, relativa al riparto per l’anno 2011 di parte del fondo perequativo, permette di capire concretamente i vincoli cui devono sottostare che sindaci e amministratori comunali. E le sanzioni previste in caso di mancato rispetto. Da Ala a Zuclo, si tratta dell’elenco di tutti i comuni trentini, con quattro cifre a fianco di ognuno di essi: la spesa corrente effettiva netta pro capite (cioè per singolo abitante), il fabbisogno standard (l’obiettivo di spesa massima), la differenza in termini assoluti tra queste due cifre e il suo valore percentuale in rapporto alla spesa standard. Valore quest’ultimo che definisce con chiarezza la quantità dello scostamento della spesa effettiva rispetto a quella, diciamo così ottimale. E per molti comuni sono dolori. Perché da essa derivano le sanzioni: come dispone il Protocollo d’intesa in materia di finanza locale per il 2012, la percentuale di contribuzione provinciale a tutta una serie di spese dei Comuni viene infatti ridotta del 5% se tale rapporto è compreso fra il 3% e il 15% e addirittura del 10% se lo scostamento è superiore al 15%.

I Comuni spendaccioni. Non sono pochi, anzi: sono infatti 107, quasi la metà del totale visto che per i due maggiori (Trento e Rovereto) il Protocollo 2012 prevedeva l’obiettivo di un taglio delle spese del 2%, slegato dal meccanismo spesa corrente-spesa standard. Buona parte non sfora di molto, rimanendo al di sotto di quel 3% che fa scattare le decurtazioni dei contributi, ma molti sembrano davvero essere caratterizzati da spese fuori controllo. Limitandosi a chi sfonda la quota del 20% di differenza tra spesa effettiva e spesa standard, ecco la classifica dei “peggiori”: in testa a pari merito Sagron Mis, Siror e Tonadico, con scostamenti del 57,75%, seguono Bersone (49,44%), Grigno (39,85%), poi i sei comuni fusi dal 2009 in quello di Ledro (si tratta di Bezzecca, Concei, Molina di Ledro, Pieve di Ledro, Tiarno di Sopra e Tiarno di Sotto) con il 33,90%, e ancora Terlago (33,41%), Fondo (31,17%), Albiano (28,92%), Luserna (28,48%), Ossana (27,30%), Fai della Paganella (25,64%), Pinzolo (25,56%), Massimeno (25,31%), Nago-Torbole (24,58%), Cimone (24,02%), Frassilongo (23,69%), Sant’Orsola Terme (22,80%), Zambana (21,85%) e infine Castelfondo (20,10%).

I Comuni virtuosi. Limitandosi anche qui a chi supera del 20% il risparmio rispetto alla spesa standard, guida la classifica Montagne (26,64%), seguono Pelugo (25,90%), Bleggio Superiore (25,67%), Ronchi Valsugana (24,79%), Ronzone (24,28) Amblar (23,86%), Nomi (23,07%), Smarano (23,03) e infine Carano (21,91%). ©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano