Compra la bici su Internet e finisce nei guai: era rubata 

La vicenda. La procura contesta a un quarantenne trentino il reato di “incauto acquisto” L’appassionato delle due ruote aveva acquistato la mountain bike per sistemarla e rivenderla



Trento. Una passione per le biciclette che rischia di costare caro ad un 40enne trentino. Al quale la procura - siamo alla conclusione delle indagini - contesta l’incauto acquisto di una mountain bike. Bicicletta risultata rubata che il 40enne ha acquistato su internet ad un prezzo che è un terzo del valore di mercato. Un forte sconto che avrebbe dovuto fargli pensare che fosse, appunto, una bici rubata. Cosa che effettivamente era. Ma facciamo un passo indietro per ricostruire quello che è accaduto.

L’annuncio

È il dicembre del 2019 quando il trentino vede l’annuncio, su Subito.it, di una mountain bike. Lui è un appassionato di bici che acquista usate e poi sistema nel suo piccolo laboratorio prima di, magari, rivenderle. Con questo pensiero quando vede una due ruote interessante in vendita a 250 euro, contatta chi ha pubblicato l’annuncio. Gli risponde un uomo che spiega di essersi trasferito in Valsugana da Roma e di non aver più lo spazio per tenere la sia bici e da qui la decisione di venderla. I due trovano l’accordo e si incontrano in città per lo scambio: due ruote per il soldi. E tutto sembra finito. Ma così non è.

Il lavoro in laboratorio

La bici finisce nel garage del 40enne che inzia il suo lavoro di sistemazione. Cambia il manubrio e fa altri interventi sull’oggetto appena acquistato. La sistema, insomma, e poi la mette in vendita. Usa la stessa piattaforma, la stessa vetrina virtuale e, alla luce del lavoro che ha fatto, il prezzo aumenta a 350 euro. Ed è in questo frangente che il trentino entra nel radar dei carabinieri. Sì perché un uomo della Valsugana denuncia che quella bici è la sua che gli era stata rubata a Caldonazzo da un 18enne (per il quale è stato aperto un procedimento per furto) e un minorenne. Una denuncia alla quale fanno seguito gli accertamenti dei militari che arrivano al 40enne. Che finisce nei guai per incauto acquisto. Accusa che viene ribadita dell’avviso di conclusione indagini che è stato firmato dalla procura. Ora è il tempo delle indagini difensive e quindi la palla passerà di nuovo alla procura che dovrà valutare se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio oppure se optare per l’archiviazione.

Buona fede

Da parte sua il 40enne avrebbe, secondo la difesa, agito in assoluta buona fede tanto che l’annuncio con il quale metteva in vendita la bici dopo averla elaborata avrebbe avuto tutte le indicazioni necessarie per identificarlo, dal nome al numero di telefono. Non avrebbe fatto quindi nessun tentativo di nascondersi, anzi. Ma l’intervento che è stato fatto sulla due ruote viene visto come un tentativo di camuffarla in modo tale da renderla più difficilmente identificabile. Come se avesse saputo che doverla “nascondere”.













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