Cla, appalti vinti:  indaga anche la Corte dei Conti

Trento. Inchiesta sugli appalti. Dopo il Muse, la Guardia di Finanza ha fatto visita anche al Centro Santa Chiara, all’agenzia provinciale per gli appalti Apac, a Dolomiti Energia e al Cla, il...



Trento. Inchiesta sugli appalti. Dopo il Muse, la Guardia di Finanza ha fatto visita anche al Centro Santa Chiara, all’agenzia provinciale per gli appalti Apac, a Dolomiti Energia e al Cla, il consorzio lavoro e ambiente al quale aderiscono una quarantina di cooperative di lavoro. La Procura di Trento, infatti, ha aperto un’inchiesta per turbativa d’asta su alcuni appalti vinti da tre cooperative aderenti al Cla. I finanzieri hanno sentito molti dipendenti delle cooperative che operano al Muse sia come guide dei percorsi espositivi che alla biglietteria o allo shop. Poi hanno acquisito anche documentazione su alcune gare vinte dalle cooperative del Cla. In particolare si tratta della procedura per l’affidamento dei servizi di biglietteria e maschera a teatro, ma anche di un nuovo servizio di call center e front office che la Dolomiti Energia vorrebbe sperimentare affidandolo all’esterno valorizzando soggetti svantaggiati. Al centro dell’inchiesta, comunque, pare ci siano i due appalti banditi per i servizi al Muse.

I finanzieri hanno sentito molti dipendenti di queste cooperative soprattutto in merito alle mansioni affidate loro e ai compiti che svolgono per conto del Museo. Sul caso c’è anche un’inchiesta della Corte dei Conti. Il procuratore regionale della Corte, infatti, vuol verificare se le modalità di esecuzione degli appalti abbiano prodotto un danno erariale. Infatti le mansioni che adesso vengono svolte dalle cooperative, in precedenza venivano affidato direttamente a giovani laureati pagati con contratti co.co.pro. In media questi contratti potevano arrivare a un importo lordo di 23 mila euro all’anno. Dall’1 ottobre 2018, però, la pubblica amministrazione non può più avere co.co.pro quindi i servizi sono stati esternalizzati e affidati alle cooperative che hanno assunto in larga parte i giovani, molto spesso con laurea e specializzazione, che prima lavoravano direttamente per il Muse. L’ipotesi della Procura penale e di quella della Corte dei Conti è che i dipendenti delle coop vengano usati in maniera interscambiabile nei vari servizi e che vengano pagati poco più di 10 euro lordi all’ora. Questo, sempre secondo l’ipotesi della Procura, portava anche a uno scambio delle mansioni con puna potenziale perdita di qualità del servizio rispetto a quanto richiesto dal capitolato. Da qui anche l’interesse della Procura della Corte dei Conti.

Naturalmente l’inchiesta è ancora all’inizio e quindi non è possibile prevederne l’esito, tanto più che il Cla ha sempre operato nel rispetto delle regole assicurando anche un grosso impegno per il sociale e i più deboli.













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