«Ci riprenderemo gli elettori civici»

Passamani ai dellaiani: «Basta fare i legulei per visibilità». «Noi nel centrosinistra, finiti i congressi decidiamo sul Rossi-bis»


di Chiara Bert


TRENTO. «Non esistono maggioranze diverse dal centrosinistra autonomista. Ma non abbiamo mai fatto mistero che vogliamo riconquistare l’elettorato civico e di Progetto Trentino, che sono amici nostri. Se vogliamo tornare ad essere prima forza della coalizione, si parte da qui». Giampiero Passamani, capogruppo provinciale Upt e grande sponsor di Tiziano Mellarini, a fine dicembre si prese del «Pierino senza pudore» da Lorenzo Dellai, per il quale aveva auspicato un ruolo di primo piano nel partito in caso di vittoria di Mellarini. Due mesi dopo il congresso è vinto, Mellarini potrà fare il segretario-assessore, ma il partito è lacerato.

Passamani, i dellaiani vi hanno definiti «usurpatori», «arroganti», «apparato di potere». Come può funzionare la convivenza?

Le sconfitte bruciano ma certe parole spero siano il frutto di un momento di rabbia. Io mi sento sereno, arrogante non lo sono, semmai è qualcun altro che nella vita ha dimostrato di esserlo. E sono contento della scelta di Dellai e degli altri amici di rimanere nell’Upt. Tutti i partiti hanno avuto delle correnti, un partito dev’essere inclusivo altrimenti finisce al 2%.

La minoranza però è pronta a presentare un ricorso contro la modifica ex post dello statuto per Mellarini.

Al di là della delusione, non si può attaccarsi da legulei alle procedure. Domenica c’era addirittura chi contestava che nella commissione degli scrutatori non ci fosse nessuno di minoranza. Per me erano tutti dell’Upt. Ci sono personaggi che hanno voglia di emergere, Dellai per la sua storia politica non si perde in queste battaglie di regole. Per me deve vincere la politica, e sulla linea non vedo problemi.

In molti però erano perplessi su questa modifica ex post.

Non è stato un passaggio entusiasmante, io dico che era una norma assurda che andava sanata prima: l’errore fu fatto nel 2014 quando fu messa l’incompatibilità, in un contesto piccolo come il nostro non si può ridurre troppo il raggio d’azione delle persone disponibili a fare il segretario.

Dellai dice che non si capisce cosa voglia essere l’Upt e che ci sono interlocutori esterni interessati a una svolta del quadro politico. Cosa risponde?

Sono congetture che nascono dalla mancanza di fiducia. Mellarini ha ribadito che siamo saldamente nel centrosinistra autonomista, in Trentino e a livello nazionale, e che le sperimentazioni, compreso il Cantiere civico, devono andare avanti. Dopodiché non abbiamo mai fatto mistero di voler riconquistare l’elettorato civico e di Pt. Se vogliamo tornare ad essere prima forza della coalizione bisogna avere elettorato, non basta deciderlo in un salotto. Non comanda più chi comandava una volta? Ci sta, il mondo gira.

Si è parlato degli scenari in vista del 2018. Lei dà per scontato un Rossi-bis o il candidato presidente va ridiscusso?

Ne ho parlato diverse volte con Rossi e gli ho detto chiaramente che al giro di boa di metà legislatura, che coincide con i congressi dei tre principali partiti di maggioranza, bisogna sedersi a un tavolo e sciogliere subito il nodo della presidenza. Se non ci fosse convergenza di tutti su Rossi, allora si faranno le primarie. Personalmente io penso che la buona politica sa decidere chi è il suo leader e non serve farlo decidere a persone che magari si interessano di politica in modo sporadico.

I dellaiani hanno annunciato un documento per aprire una nuova stagione con nuovi protagonisti per un Trentino cantiere civico democratico. È il preludio a un nuovo partito?

Sperando di sbagliarmi, lo vedo come l’«associazione di Grisenti 2». Sarebbe l’idea di spaccare, ma io confido che chi guida questa corrente venga a più miti consigli per il bene del Trentino.

Che squadra sarà quella di Mellarini? Donatella Conzatti ne farà parte?

Una squadra nuova. Se io fossi in Mellarini un posto per Conzatti lo terrei, ha dimostrato di lavorare bene.

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