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Chiude la Legno Case a Condino: trenta operai in mobilità

L’azienda ha cessato definitivamente l’attività dal 31 ottobre. Il sindacalista Maurizio Zabbeni (Cigl): «Si poteva salvare, ma da Comune e Provincia solo parole»


di Aldo Pasquazzo


CONDINO. Dal 31 di ottobre scorso la Legno Case di Condino ha cessato l’ attività. Era da tempo che si temeva questo passo, anche se i Paternò, ultimi gestori dell’azienda, avevano provato a ristrutturare e investire.

L'azienda, che da tre anni a questa parte era riconducibile al Gruppo di Castelnuovo- Valsugana, aveva ultimamente in carico una trentina di dipendenti che con la chiusura dell’attività sono stati messi in mobilità. Contrariamente alla capofila di Castelnuovo, a Condino si producevano case prefabbricate e anche coperture.

«Quest'altra perdita di posti di lavoro rende ancora più pesante la situazione occupazionale nell'ambito del Chiese. Mei giorni in cui non molto distante, a Tiarno, anche la Mariani se ne sta andando» commentava ieri Maurizio Zabbeni della Cgil.

Zabbeni, pure lui originario di Condino anche se vive a Vezzano, ha cercato in mille modi di trovare soluzioni. «Sia a livello provinciale che locale, solo promesse e null'altro. Era un'azienda che poteva continuare visto che in anni di lavoro si era costruite delle buone basi. I modi in cui intervenire andavano ricercati ma si potevano trovare, e si sarebbe potuta non solo salvare ma anche rendere competitiva».

Dalla Legno Case i Paternò finora non hanno prelevato nulla. All'interno sono rimasti i macchinari, quasi come si dovesse trattare di una momentanea sospensione lavorativa.

«Sapevamo qual'era il nostro destino, ma noi dipendenti abbiamo sperato sino all'ultimo che si potesse giungere ad una soluzione» fa sapere uno dei lavoratori, che adesso punta a una attività in ambito agricolo.

Per gli amanti di storia e statistiche, la Legno Case era stata fondata da Lino e Marco Pelanda e successivamente rilevata dai Paternò. Inizialmente, si chiamava Fin-Com e poi Legno Più ed era stata sistemata originariamente dalle parti della Carpenteria Beschi e poi in zona Giùlis prima di insediarsi alla ex Rivadossi, ma sempre in territorio di Condino. I due fratelli di Brione ci avevano messo il cuore sia agli inizi che ad attività ormai avviata. Probabilmente non avevano alle spalle garanzie e liquidità tali per continuare a far fronte alla concorrenza.

Al momento per il personale della Legno Case non si profilano soluzioni facili, anche perché da queste parti alternative occupazionali proprio non se ne vedono.

Cartiera, Isaf e Gruppo Sapes sono al massimo della loro capacità occupazionale mentre in altre realtà, come le Officine Sawam - Giudicariensi di Condino e Storo, anche la concorrenza della manopera straniera si fa sentire.













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