la storia

Chef Erica subito out dal reality in tv: «Meglio il furgonzin»

La Petroni propone i suoi piatti sulle strade della regione: Scintille in studio (e sul web) con lo chef stellato Baldessari


di Gianpaolo Tessari


TRENTO. Erica lascia la tv dopo una toccata e fuga di una sola puntata di “Top Chef” in onda il mercoledì su Nove, Deejay Tv. Già la Petroni è stata eliminata subito dal talent di cucina da una giuria stellatissima che non ha apprezzato il suo “astice sporco alle more”. Lei non se l’è presa troppo, risalendo subito a bordo del suo “furgonzin”, il ristorante portatile con cui gira la regione. Ma la chef è stata anche nella cucina di Bottura a Modena ed ha un’esperienza a tutto tondo tra i fornelli.

Già, Erica Petroni, 30 anni e 26 traslochi alle spalle, da un anno lavora a cavallo tra Merano, Bolzano, Torbole e Rovereto, proponendo la sua cucina on the road. La chef, toscana di nascita, ha un papà che aveva deciso di lavorare a Rovereto, ma lei ha scelto di abitare nella zona di Maia alta, a Laber. Sui social in queste ore impazza la sua eliminazione a sorpresa dal reality cuciniero.

«Tutti mi chiedono come sia finita a “Top Chef”. Facile: mi hanno chiamata, tutto molto bello. Ma quello televisivo non è proprio il mio ambiente... Per girare una puntata servo molte ore, senza mangiare.... E tutto troppo.... televisivo. Comunque abbiamo registrato in uno studio splendido sul Naviglio, a Milano. In giuria c’era anche una donna fantastica come Annie Feolde dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze o un collega con cui ho grande feeling come Moreno Cedroni».

Sì, ma in giuria c’era anche quel Giuliano Baldessari, valsuganotto, ora stellato nel suo Aqua Crua di Barbarano Vicentino: «Non c’è stato un grande rapporto con Giuliano. Il mio astice andava assaggiato succhiando prima la chela, dove era stato messo il sale. Non l’ha fatto... C’è una parte, è vero, che è stata tagliata in cui io dico a Baldessari che sono convinta di fare più fatturato io con il furgoncino che lui con il suo locale stellato....».

Questa è Erica, prendere o lasciare: «Lo street food? E’ una moda, non può durare. Io ho un ristorante viaggiante ed è un’altra cosa: il mio è un approccio anche sociale, da me si possono sedere fianco a fianco il notaio e l’operaio... Quei festival di cibo di strada come quello ospitato sabato scorso a Trento, in piazza Fiera, la sottoscritta non la vedono proprio: vogliono 2500 euro di iscrizione e mettono pure delle penali salatissime. Quanti panini si debbono vendere a queste condizioni per guadagnarci...?».

Erica parte al mattino presto col suo ristorante viaggiante : in questi giorni propone lasagne di carasau con ragù e sunto di porchetta, a numero limitato. La Petrons, come si definisce lei con autoironia, ha fatto anche la critica gastronomica e, a livello di sogno nel cassetto, ha «quello di aprire una casa editrice ed un salotto a metà tra il letterario ed il gastronomico».

Ma la chef viaggiante si alza presto, prestissimo e spesso sono le stelle a farle compagnia: «Infatti. E da loro è nato il mio vero sogno. Un ristorante su un albero, un tavolo solo. Molto curato. Vicinissimo alla Via Lattea».













Scuola & Ricerca

In primo piano