Case, a Trento scatta il «censimento»

Quindici rilevatori del Comune a caccia di alloggi non inseriti in anagrafe


Luca Marognoli


TRENTO. Non solo quanti siamo, se abbiamo figli e che lavoro facciamo. L'Istat vuole sapere anche dove abitiamo (per mandarci il questionario da compilare) e come sono le nostre case: il numero di piani, l'epoca di costruzione, i materiali, l'utilizzo. Un censimento degli edifici, che serve anche a capire se ci sono unità immobiliari non registrate e chi ci vive, come le centinaia di studenti di fuori regione.
E' recente il dibattito sulle case sfitte: a Trento si continua a costruire quando ci sono 2 mila appartamenti inutilizzati. Ma sono tante le informazioni che l'Istat raccoglie su di noi. Comincerà a farlo da oggi, grazie all'ausilio del Comune di Trento, che ha assoldato 15 rilevatori incaricati di percorrere le strade di città e sobborghi per censire condomìni e fabbricati.
Lo scopo. Il motivo in realtà è "tecnico": nell'ottobre 2011 si terrà il censimento della popolazione (quello vero) e rispetto a dieci anni fa sarà introdotta una novità importante: il questionario sarà spedito direttamente agli indirizzi delle famiglie e non consegnato casa per casa come in passato. Gli indirizzi saranno estratti dagli archivi anagrafici del Comune. Il rischio, però, è che ci sia una discordanza con la realtà: da qui la necessità di una verifica.
La ricerca. L'operazione prenderà il via oggi e si concluderà il 14 marzo 2011. I rilevatori dovranno fare due cose: controllare la correttezza dei numeri civici e contare le unità "potenzialmente abitative" presenti in ogni edificio.
Per ogni abitazione unifamiliare (con un solo interno) ciascun rilevatore registrerà le caratteristiche dell'edificio, annotando informazioni quali il tipo (abitazione, ufficio, commercio, scuola, ospedale, eccetera), il materiale utilizzato per la struttura portante, l'epoca di costruzione, lo stato di conservazione, il numero di piani totalmente o parzialmente fuori terra.
Per ogni condominio (più unità immobiliari), l'operatore dovrà entrare nell'edificio, verificare e registrare la presenza di piani completamente interrati, la presenza di ascensore, il numero di piani fuori terra ed il numero di interni potenzialmente abitativi.
Attenti al tesserino. I residenti sono invitati a consentire agli operatori l'accesso alle parti comuni degli immobili (non è previsto l'ingresso nelle abitazioni private). Questi ultimi però dovranno qualificarsi e saranno dotati di tesserino di riconoscimento e codice personale. E' possibile chiedere informazioni, anche sulla loro identità, all'Urp (800 017615) o al Servizio statistica (0461 884880).
Niente grande fratello. Se non gradite che siano raccolte tante informazioni su di voi, state tranquilli: l'Istat non è un grande fratello. «La legge dice che le rilevazioni statistiche non possono essere utilizzate per fini diversi da quelli per cui sono eseguite», spiega l'assessore Fabiano Condini. Non potranno servire quindi per denunciare mansarde abusive, affitti in nero o altre irregolarità.

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