Casa confiscata all’evasore fiscale

Un imprenditore accusato di aver evaso l’Iva per 750 mila euro perde l’immobile e, inoltre, deve pagare un milione



TRENTO. Tempi duri per gli evasori fiscali. Mano pesantissima del giudice Giuseppe Serao nei confronti di Massimo Zuccolo, un imprenditore immobiliare accusato di aver evaso l’Iva per 759 mila euro e di aver cercato di sottrarre fraudolentemente i suoi beni al fisco costituendo un fondo patrimoniale sulla sua casa e intestandola alla moglie. Ieri pomeriggio il giudice ha condannato Zuccolo a un anno di reclusione, pena sospesa, ma soprattutto, ha disposto la confisca della casa, un grande appartamento al Casteller con due garage, e ha condannato l’imprenditore, che è titolare della Pasi immobiliare, a risarcire l’Agenzia delle Entrate con un milione e 100 mila euro. La casa era già stata sequestrata dagli uomini del nucleo di polizia tributaria per garantire il credito del fisco. La casa e i garage hanno una valore di circa 750 mila euro. Il giudice, però, oltre a disporre la confisca dell’immobile, come rischiesto dal pm Maria Colpani, ha anche condannato l’imprenditore a pagare un maxirisarcimento. In questo modo, Zuccolo rischia di pagare, sempre se questa condanna resisterà fino in Cassazione, un milione e 850 mila euro per un’evasione dell’Iva di 759 mila euro.

Secondo le fiamme gialle, l'imprenditore avrebbe evaso l'Iva relativa al 2009 proprio per una somma vicina ai 750 mila euro. L'evasione sarebbe dell'Iva non sarebbe stata realizzata grazie a grandi sotterfugi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti della Finanza, l'imprenditore avrebbe dichiarato l'Iva, ma non l'avrebbe versata. Poi, però, quando è arrivato l’avviso di accertamento dell’Agenzia delle Entrate nel 2010, Zuccolo si sarebbe adoperato per sottrarre la sua casa dalle pretese del fisco. Per questo avrebbe costituito il fondo patrimoniale sull’immobile e lo avrebbe intestato alla moglie. Ma così facendo ha commesso un altro reato.

La Guardia di Finanza si è mossa subito, su segnalazione dell'Agenzia delle entrate, e ha interrogato l'imprenditore. Già durante le indagini preliminari, il giudice Carlo Ancona ha concesso il sequestro, superando il fondo patrimoniale. Infatti, secondo l'accusa, il fondo era stato costituito al solo scopo di mettere al riparo i beni immobili dell'imprenditore. Il fatto che la casa fosse intestata alla moglie è, secondo l'accusa, solo una finzione. Questo perché la moglie dell'imprenditore non ha un reddito tale da permettergli di poter acquistare una casa del valore di 750 mila euro. Inoltre, l'ultima rata del mutuo, 77 mila euro, è stata pagata in contanti dall'imprenditore immobiliare.

(u.c.)













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