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Carosello Ski Folgaria in profondo rosso

Le cifre fornite dalla Provincia: i debiti verso le banche superano i 23 milioni di euro a fronte di un fatturato di poco più di 4



FOLGARIA. E’ arrivata direttamente dall’assessore provinciale al turismo Michele Dallapiccola la dimensione dell’esposizione bancaria della Carosello Ski di Folgaria: i debiti nei confronti degli istituti di credito sfiorano i 23 milioni e mezzo (ai quali vanno aggiunti altri 2 milioni e mezzo di debiti verso fornitori) a fronte di ricavi di poco superiori ai 4 milioni di euro. Una situazione difficile da sostenere e anche da sanare se non attraverso un piano di rilancio che non potrà escludere, tra l’altro, l’accorpamento con società sciistiche limitrofe per razionalizzare i costi. Questa in estrema sintesi la risposta (corredata con una serie storica di dati) fornita dall’assessore al consigliere provinciale Luca Zeni del Pd che aveva presentato un’interrogazione a risposta immediata “sulla situazione e sulle iniziative da intraprendere nell’ambito del sistema societario della Carosello Ski Folgaria”.

Come ha spiegato in aula l’assessore, che ha fornito “numeri importanti”, si tratta di un «grave indebitamento bancario a fronte di ricavi del tutto insufficienti». Mentre i ricavi nel 2011 erano più o meno gli stessi di quelli del 2013 (poco oltre i 4 milioni), l’indebitamento bancario in due anni è più che raddoppiato passando dai 10.731.000 ai 23.464.000. A fronte di questa situazione la giunta provinciale sta elaborando un piano triennale da consegnare a Trentino Sviluppo per quanto riguarda il rilancio, ha spiegato l’assessore, «e g li importi saranno compatibili con le fonti che il piano sta elaborando». Non si esclude, infine di subordinare l’intervento ad un processo di razionalizzazione ed accorpamento delle società che operano all’interno dello stesso demanio sciabile o in prossimità.

«Questi numeri - ha replicato Zeni - evidenziano una situazione finanziaria molto grave. Ogni intervento deve essere fatto con i piedi di piombo, si tratta di soldi dei cittadini, e dovrebbe avvenire dopo un concordato o un accordo di ristrutturazione dei debiti. Altrimenti si farebbe solo un favore alle banche, soprattutto a quella di Folgaria che è già in profonda crisi. Non deve essere sempre il pubblico ad intervenire senza un eventuale piano di rilancio con una condivisione di responsabilità e di assunzione delle perdite. La situazione va gestita con cautela: nelle proporzioni è più grave di quella della cantina di Lavis».













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