IL CASO

"Cara Anoressia, ora basta: ho deciso che ti sconfiggerò»

La lettera di una lettrice alla sua “malattia”: «Mi hai fatto sognare e sentire forte, ma alla fine non hai mantenuto le promesse. E adesso io ti odio»



TRENTO. La lettera arrivata alla redazione del Trentino è firmata con il nickname Gioia1980. Quattro facciate, calligrafia ordinata, pensieri ben chiari espressi in un italiano scorrevole. Gioia1980 si rivolge ad un’amica che, suo malgrado, conosce da tempo. Un’amica che col passare degli anni è diventata però la peggiore dei nemici: l’anoressia.

Una compagnia all’inizio rassicurante: “Mi hai fatto sognare di sentirmi forte, soddisfatta, sicura di me” – scrive Gioia. “Mi hai rinchiusa in una bolla di sapone. Era bella, e io lì dentro credevo di essere felice.”

Ma poi qualcosa si è rotto. Gioia ha aperto gli occhi e ha scoperto il vero volto dell’Anoressia. “Mi ha isolato dal resto del mondo ed ha fatto soffrire la mia famiglia”. Voleva essere diversa, ma non così … Lei stessa scrive: “Questa mia lunga lettera che parla di un male sempre più diffuso tra giovani e giovanissime vuole essere un messaggio ben chiaro che dalla Anoressia si può uscire”.

Come? Risponde: “I miracoli non esistono. La forza per restare in piedi dobbiamo trovarla da soli. Ma a volte bisogna saper chiedere un aiuto”. Pertanto si è resa disponibile ad essere contattata e a raccontare la sua esperienza. Ecco le sue parole: Cara Anoressia, in realtà non sei affatto “CARA” e neanche semplicemente “ANORESSIA”. Sei l’infernale compagna che mi ritrovo nel letto ogni mattina, ma non ti lasci stringere. Perché adesso mi hai già stretta nella tua morsa, e sono io quella che non riesce a muoversi".

"E non riesco a respirare, perché hai spinto la mia testa sott’acqua. L’hai fatto perché, sotto la superficie dell’acqua, tutti i segnali del mondo esterno arrivano attutiti, così speravi che continuassi a non accorgermi di niente per tutta la vita. Eppure non mi hai annegata, perché avevi bisogno di me, e io non ho rialzato subito la testa, perché avevo bisogno di te. Ma adesso lo so, per quanto possiamo somigliarci, non siamo la stessa persona. Per tanto tempo mi hai fatto sognare di essere diversa dalle altre ragazze. Mi hai fatto sognare di sentirmi forte, soddisfatta, sicura di me. Tanti anni lo stesso sogno … E la cosa peggiore è stata una sera a cena tra amici, mi sono svegliata. E allora mi sono accorta che era vero, che ero diversa. Ma non diversa come avrei voluto, non diversa come avevi promesso di farmi diventare. Perché mi hai fatta salire sulla vetta di una montagna per poi buttarmi di sotto? Perché mi hai raccontato bugie così simili alla realtà che ho finito per crederci? E come al solito non hai risposto alle mie domande. Hai preteso e preso tante cose da me, ma non ne hai restituita indietro neanche una. Dov’è la mia adolescenza? Tutte le cose che avrei potuto vivere e non ho vissuto? Mi hai rinchiusa in una bolla di sapone. Era bella, e io lì dentro credevo di essere felice. Ma mi isolava dal resto del mondo. Sono arrabbiata con Te, lo sai? Perché alla fine non ho avuto niente di quello che mi aspettavo da Te. Mi hai illusa e presa in giro, mi hai dato qualcosa di effimero, facendomi credere che fosse granitico. Mi hai mentito, mi hai ferita. Mi hai fatto passare i momenti peggiori della mia vita. Dovevi essere un nuovo inizio, sei stata l’inizio della fine. Sono arrabbiata perché hai distrutto quello che ero, e che avrei potuto essere. Perché tutt’ora non te ne vai via del tutto dalla mia testa, e mi fai vivere una vita a metà. Perché mi hai rubato anni, possibilità, scelte. Perché mi hai rubata. E sono molto arrabbiata con Te, sì, molto arrabbiata, non semplicemente per quello che hai fatto a me, ma anche per quello che hai fatto alle persone che mi stavano intorno. Mi hai fatto fare terra bruciata. Hai fatto soffrire la mia famiglia, le uniche persone che mi abbiano mai amato incondizionatamente. Hai inferto loro la più grande sofferenza della loro vita, li hai fatti piangere, preoccupare, sentirsi in colpa, passare notti insonni ad interrogarsi su loro inesistenti sbagli … loro che non avevano fatto niente di male, niente di errato … perché ti ci sei accanita? Avevi me, ma a non ti è bastato. Ti sei voluta riflettere su di loro. Potevi distruggermi, ma non avresti dovuto toccare la mia famiglia con un dito. Era una cosa tra te e me . Ma tu non ti sei tenuta ai patti. Hai voluto colpire anche loro. E io impotente sono rimasta a guardare. Son molto arrabbiata perché mi hai impedito di reagire. Ma soprattutto, cara Anoressia,la cosa che mi fa più incazzare è un’altra. Ti odio perché mi hai resa felice … Ti odio perché mentre restringevo mi hai fatto provare gioia. Ti odio perché mi hai reso davvero felice, soddisfatta, tranquilla, in pace con me stessa. Ti odio perché mi hai fatta sentire forte, sicura, capace di controllo. Ti odio perché tutto questo è stato effimero, perché per forza di cose non può che esserlo, ma mi davi la sensazione che avrebbe potuto durare per sempre. Ti odio perché mi hai fatto passare momenti in cui mi sentivo onnipotente. Ti odio perché nonostante tutto il male che mi hai fatto continuo ancora a pensare che il periodo in cui ho ristretto sia stato il migliore della mia vita. Lo capisci? Ti odio perché sei stata il mio sbaglio più grande … Ma che rifarei.

"Eppure cara mia adesso lo so che non sei altro che un falso. Un falso così verosimile da poter veramente sembrare reale. Ma non lo sei , purtroppo non lo sei. Potrei tornare da te in qualsiasi momento, e sarebbe davvero la cosa più semplice da fare … Ma proverò a starti lontana per tutta la vita e sarà davvero la cosa più coraggiosa che possa fare. Cara Anoressia mi hai proprio scocciata, se provi ancora a farmi venire paranoie, ti mando a quel paese. Hai il barbaro coraggio di insinuarti subdolamente nella mia testa, e di dire a me che non ho capito niente, come se lo avessi fatto tu. Vai dove diavolo vuoi, io a te non voglio più chiedere niente".

LA LUNGA LETTERA E' SUL GIORNALE IN EDICOLA













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