Caldo, scatta l'allarme anziani

Boom di accessi al pronto soccorso. Acqua per tutti al centro di via Belenzani


Luca Marognoli


TRENTO. Chi entra al centro servizi anziani di via Belenzani, prima ancora di raggiungere la "reception" gestita dalla signora Graziella Ravagni, 83 anni, trova un vassoio con bottiglie d'acqua fresca e bicchieri. E se qualcuno è troppo concentrato sulla partita di carte, a ricordargli di bere, quasi ogni ora, sono gli operatori della coop Kaleidoscopio, Jury Cocuzzi e Arianna Cavalieri.

Con il caldo non si scherza. In questi giorni in particolare, con l'indice "humidex", il vero indicatore del disagio inflitto dall'afa, che fa segnare valori tropicali. Alle 15 di ieri la temperatura percepita a Trento era di 41 gradi (37 effettivi), a Rovereto addirittura di 44. Sopra i 40 la legenda avverte: "Sensazione di malessere generalizzato. Pericolo. Evitare gli sforzi". E non sempre basta andare al lago o salire in quota per avere un sollievo: sempre ieri a Pergine e Arco i gradi "apparenti" erano 38, a Cles 36 e a Cavalese 32, ai 930 metri di S.Orsola addirittura 35 gradi.

Se ne rendono conto anche medici e infermieri del pronto soccorso. «In questi giorni abbiamo avuto un significativo incremento di accessi per problematiche legate al caldo, quelli che non abbiamo visto nel mese di luglio», dice il primario Claudio Ramponi. Siamo al ritmo di tre o quattro casi al giorno. «Persone colpite da presincope, la sensazione di svenimento, e sincope, con segni di disidratazione: cute e mucose del cavo orale secche». Le persone a rischio sono gli anziani e i bambini ai primi anni di vita, per i quali l'indicazione è sempre la stessa: bere e tenersi idratati. «Vengono sottoposti ad esami, a idratazione per bocca o con fleboclisi e poi si decide se il caso è gestibile a domicilio o bisogna trattenere il paziente per 12 e 24 ore».

Gabriele Noro, primario di geriatria, parla di «consueti problemi stagionali, che hanno registrato dei picchi in giugno e adesso», senza però causare ricoveri in reparto. Dagli operatori viene prestata particolare attenzione ai problemi intestinali «che possono creare un aumento di disidratazione». I diretti interessati si difendono come possono. «Il centro servizi di via Belenzani è dotato di aria condizionata, ma leggera, non di quella che te copa», spiega Graziella Ravagni al tavolo dell'accoglienza. «Io vengo giù in autobus da Gazzadina all'una e mezza. E' caldo sì, ma per fortuna gli autisti coscienziosi tengono una temperatura accettabile».

Franca Zicari si versa un bicchiere d'acqua. «Cosa faccio contro il caldo? Lo accetto. Abito al piano terra, dove è freschino, e poi io non lo soffro perché vengo da Milano: non ha idea di com'è là». Quella nelle bottiglie all'ingresso non è acqua minerale, ma "del sindaco". A dirlo è Arianna Cavalieri nell'ufficio di Kaleidoscopio, dietro la postazione di Graziella. «Preferiamo questa perché è buona e fresca al punto giusto. Una volta l'avevano bevuta troppo fredda e sono stati male». In questi giorni la media di frequentatori è scesa da 200 a 80-100 al giorno. «Vengono di meno anche perché non sanno come raggiungerci», dice Jury Cocuzzi, che del centro è il responsabile. «Hanno paura di uscire di casa e dovere aspettare l'autobus sotto il sole per 5-10 minuti. Qualcuno ci chiama e noi diamo il nostro sostegno telefonico». Qui infatti c'è anche il centralino di Pronto Pia, che risponde al numero verde 800.29.21.21 dalle 8 alle 12 e dalle 14 alle 18. «Una signora particolarmente affezionata ci contatta una decina di volte al giorno», continuano i due operatori. «E il caldo è il leit-motiv della conversazione».

C'è chi chiama per disdire l'appuntamento dal parrucchiere o per la pedicure, ma molti stanno a casa perché i corsi sono sospesi. In attesa della ripresa delle attività, nel salone ci si dedica al gioco delle carte. Per il ristoro ci sono tre distributori automatici: caffè, bibite e - novità - integratori e succhi. «L'abbiamo messo perché spesso ci sono problemi di carenza di zuccheri», dice Cocuzzi. Non solo anziani. Chi non lavora ma rimane in città si rifugia in piscina, al lido Manazzon o a Gardolo. «Abbiamo il 25% di persone in più al giorno rispetto all'affluenza normale di agosto», dice Roberto De Carli, responsabile degli impianti natatori di Asis. Tra i pochi a gioire i baristi interni. «Dopo avere pianto per tutta la stagione, stanno facendo qualche sorriso, ma non recupereranno le perdite di giugno e luglio».













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