Cade sulla strada innevata Conto salato al Comune

Per una caviglia rotta l’amministrazione di Cavalese deve versare 57 mila euro Il giudice: la neve era pressata dai veicoli e non era stato gettato il sale



TRENTO. Non aveva fatto gettare il sale sulla strada innevata e, secondo la legge del contrappasso, si è visto presentare un conto molto “salato”. È costato 57 mila euro (spese comprese) al Comune di Cavalese l’infortunio patito da una residente nell’inverno di 5 anni fa. La condanna al risarcimento è stata emessa dal giudice civile del tribunale di Cavalese Serena Alinari, che ha riconosciuto le ragioni della parte attrice, una 63enne caduta rovinosamente sul fondo stradale innevato il 21 gennaio 2012, mentre dalla sua abitazione stava camminando verso il centro del paese. Un tratto in discesa aveva tradito la donna, che aveva riportato un grave infortunio alla caviglia: una “frattura con lussazione bimalleolare tibiotarsica sinistra”, in termini tecnici, che - in base alla valutazione del consulente del tribunale - aveva comportato un danno biologico permanente del 6%, con una inabilità temporanea per 43 giorni.

La donna, difesa dall’avvocato Paolo Pontrelli, aveva addossato le responsabilità al Comune, accusandolo di non avere provveduto allo sgombero dell neve, lasciando la strada in condizione di “oggettivo pericolo”. Una tesi respinta dall’amministrazione locale, che si era costituita nel giudizio chiedendo di respingere le domande della parte attrice e, in via subordinata, di accertare il concorso causale della donna e di riconoscere che l’infortunio era avvenuto in un luogo diverso da quanto dichiarato. Il Comune contestava inoltre il nesso causale fra caduta e danno e negava le proprie responsabilità, affermando di avere adottato “tutte le misure idonee ad evitare il fatto dannoso”.

Di diverso avviso il giudice, secondo il quale l’istruttoria ha dimostrato la piena responsabilità dell’ente pubblico. In particolare, secondo gli accertamenti eseguiti, non sarebbe stato effettuato alcun intervento di manutenzione sul tratto di strada dove la donna è scivolata. Una teste ha dichiarato che in quel punto non si riusciva a stare in piedi perché la neve pressata dal passaggio dei veicoli era scivolosa e non era stato sparso il sale per scioglierla. La stessa teste aveva invitato l’addetto alla pulizia della strada a intervenire con l’attrezzo spargisale e sabbia. Altri tre testimoni avevano confermato le pessime condizioni del fondo stradale.

Per il giudice era evidente il pericolo di scivolamento, anche perché la neve fresca copriva quella pressata, mentre non poteva esserci un concorso di colpa dato che la donna indossava scarpe giudicate idonee. La conclusione è che il Comune non ha assolto al suo onere di custodia, essendo venuto meno alla normale attività di vigilanza e manutenzione.(l.m.)













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