LA TRAGEDIA

Cade dalla moto, muore diciassettenne a Rovereto

Nicola Trainotti di Rovereto andava a stampare la tesina per il diploma. L’urto del manubrio sull’addome del ragazzo ha provocato un’emorragia


di Giuliano Lott


ROVERETO. Stava andando a stampare la tesina da presentare agli esami di diploma Enaip, in sella alla sua Honda 125. Pare che sottobraccio portasse un voluminoso vocabolario, e forse per questo motivo teneva il manubrio con una sola mano. Imboccata la breve discesa di via Ronchi, che si collega alla statale, ha perso il controllo della moto. Sull’asfalto ci sono i segni di una breve frenata, cinque metri o poco più, forse per evitare di sbattere contro un furgone della Sda, in sosta per una consegna. Poi la Honda, senza nemmeno sfiorare il furgone, si è coricata su un fianco e il ragazzo è finito a terra.

Nicola Trainotti, 17 anni, è stato subito soccorso dall’ambulanza di Trentino emergenza, che in pochi istanti è arrivata sul luogo dell’incidente. Il ragazzo parlava, pareva una cosa da nulla. La moto era pressoché intatta, anche perché la caduta è avvenuta a velocità molto ridotta. Ma purtroppo ci si è messa la malasorte. L’ipotesi più probabile è che, frenando con una sola mano, il manubrio si sia “chiuso”, rivoltando le manopole contro l’addome del ragazzo. Il quale, poco dopo l’arrivo dei soccorritori, si è sentito male ed ha perduto i sensi. Nessuno si aspettava una reazione simile, l’incidente non pareva per nulla grave. Una caduta come tante. Ma appena il ragazzo ha perduto conoscenza, gli infermieri hanno agito con grande prontezza.

L’ambulanza ha portato subito il giovane, in stato di incoscienza, al pronto soccorso, ma a quel punto il ragazzo era già in arresto cardiaco. Mentre gli infermieri eseguivano le manovre di rianimazione, è stata predisposta la sala operatoria per tentare un intervento di emergenza e bloccare l’emorragia. Ma appena arrivato sul tavolo operatorio, Nicola è spirato. Le lesioni interne non gli hanno dato alcuno scampo.

Pare che l’urto con il manubrio abbia provocato una gravissima emorragia interna, forse per una importante lesione al fegato. Una fine tragica e assurda, a pochi metri da casa. Nicola Trainotti abitava in corso Verona 53, a pochissima distanza sia da via Ronchi, sia dall’ospedale dove il ragazzo si è spento in sala operatoria. Frequentava l’Enaip di Varone, a Riva del Garda, e aveva una sfrenata passione per le moto, in particolare per il motocross. Malgrado la giovane età, Nicola aveva accumulato una buona esperienza in moto, non era un novellino. Anzi, quando poteva, tra gli impegni scolastici e il lavoro (il fine settimana lo spendeva spesso dietro il bancone di un bar o a servire in qualche locale, per fare esperienza professionale e mettersi da parte qualche soldo) approfittava per andare a scorrazzare nei boschi assieme agli amici, anche loro appassionati di cross. Fin dai 14 anni aveva avuto moto, e nel tempo, da quando aveva compiuto 16 anni, si era preso una Honda CR125 motard, che aveva poi sistemato con l’aiuto degli amici. Amava anche le gare e si rendeva disponibile per aiutare l’organizzazione nei circuiti di cross più vicini.

La tragica notizia ha fatto presto il giro della città. Malgrado frequentasse la scuola a Riva, dove era iscritto al terzo anno, Nicola aveva molti amici a Rovereto con cui si manteneva in stretto contatto. Nicola era l’unico figlio di Rudi Trainotti, idraulico. Un tragedia immane per la famiglia, avvertita dai carabinieri, cui è toccato l’ingrato compito di spiegare a mamma e papà cos’era purtroppo accaduto.

I genitori si sono precipitati in ospedale, ma ormai non c’era più niente da fare per il povero ragazzo. Uno strazio per loro, e anche per gli amici, accorsi all’ospedale increduli, covando la segreta speranza che non fosse vero, che quella voce fosse infondata. Invece davanti al Santa Maria la conferma che purtroppo Nicola non ce l’aveva fatta, che quella assurda caduta su via Ronchi gli era costata la vita, proprio mentre si stava preparando a viverla sul serio.

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