Cacciatore muore dissanguato nei boschi di Brentonico

L'allarme lo hanno dato gli amici quando ormai era già buio: per Graziano Tardivo, imprenditore di 41 anni, non c'era più nulla da fare


Giuliano Lott


BRENTONICO. Un tragico incidente di caccia. Una scivolata sul prato bagnato, il cane della doppietta che scatta. Graziano Tardivo, 41 anni, contitolare della Floragest ha trovato la morte per un colpo partito per caso dal suo fucile mentre andava a caccia con i suoi due setter.

Domenica Tardivo, originario della frazione Festa ma da tempo residente in centro a Brentonico, era partito per una battuta di caccia in solitaria. Dopo aver parcheggiato l’auto vicino a malga Tolghe aveva perlustrato i prati verso malga Canalece. E’ una delle migliori zone di caccia per le baccacce.
Tardivo, grande appassionato di caccia, aveva nello zaino un paio di beccacce e una borsa piena di funghi. Forse stava tornando verso l’auto, quando dev’essere scivolato all’improvviso. Parte un colpo. Non è chiaro cosa sia accaduto, non c’era nessun testimone.

Di lui si è preoccupato l’amico Francesco Tonolli, quando verso sera, rientrando da una fortunata battuta di caccia (aveva appena abbattuto un camoscio) con Gianni Galli, un amico di Cornè, s’imbatte nella Panda 4x4 vecchio tipo parcheggiata vicino nei pressi di malga Tolghe. Tonelli la conosce benissimo, quella macchina. E’ di Graziano Tardivo, al quale lo lega, oltre una lunga amicizia, anche il lavoro: insieme hanno fondato un’ azienda che si occupa di manutenzione del verde, la Floragest, che tra l’altro ha anche in appalto la cura del parco Battisti di Brentonico. Tonelli e Galli vedono la piccola Fiat mentre scendono verso la pizzeria Ciclamino per brindare assieme ad altri due amici cacciatori. «Strano, non sono ore per andare a caccia» considera Tonolli. Tardivo peraltro è una doppietta esperta, sa che non si può sparare dopo l’imbrunire. Alla pizzeria Ciclamino, Tonolli mette anche gli altri amici al corrente delle sue legittime preoccupazioni. Provano anche a chiamarlo, ma al cellulare non risponde nessuno. I quattro decidono di andare a cercarlo. Si avviano verso il bosco e quasi subito sentono i cani abbaiare in lontananza.

Ai quattro cacciatori si gela il sangue. Se i cani abbaiano senza qualcuno che li faccia tacere, significa che al padrone è successo qualcosa di grave. Avvisano i soccorsi e sul posto arriva anche una ventina di vigili del fuoco volontari con una squadra del soccorso alpino di Rovereto, che iniziano con le torce e le fotoelettriche a cercare nei prati attorno alla malga. Non è una zona impervia, ma nasconde comunque delle insidie. A partire dal fondo: è molto facile scivolare sul prato bagnato.

Poco prima delle 22, a circa 150 metri da malga Tolghe, nei pressi dell’acquedotto, viene avvistato il corpo di un uomo riverso a terra. E’ il corpo di Tardivo. A una decina di metri di distanza c’è il fucile, e vicino anche il cellulare. L’imprenditore è morto da alcune ore, un colpo di doppietta gli ha lacerato l’arteria femorale. L’ipotesi più verosimile è che sia scivolato facendo partire un colpo per sbaglio, forse mentre aveva il fucile a tracolla. La distanza del corpo dall’arma e dal telefonino si spiegherebbe con il fatto che la vittima, dopo il colpo, sarebbe rotolata alcuni metri più in basso.
Già i primi rilievi dei carabinieri mostrano che il colpo è partito a distanza molto ravvicinata, dall’alto verso il basso, squarciando l’inguine sinistro per una ventina di centimetri.

Il procuratore capo Rodrigo Merlo ha aperto un’inchiesta sulla morte di tardivo. Un atto dovuto, in casi di morte violenta. La salma, composta nella camera mortuaria della casa di riposo a Brentonico, verrà sopttoposta ad autopsia per chiarire le circostanze e la dinamica della disgrazia.

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